Gioia Egonu, volo d’oro oltre le polemiche. "Ho ritrovato la serenità per puntare al top. Julio unico, quest’Italia è tornata squadra»
dall’inviato Parigi Paola Egonu è un’altra persona, purtroppo continuano a non lasciarla stare, a non permetterle di essere soltanto un’atleta. Per...
dall’inviato
Parigi
Paola Egonu è un’altra persona, purtroppo continuano a non lasciarla stare, a non permetterle di essere soltanto un’atleta.
Per fortuna nel dopo partita di Parigi non è ancora arrivata l’eco delle polemiche che subito si sono accese in Italia, tra Vannacci e i suoi avversari: mai che si possa gioire di una vittoria pensando solo al suo risvolto sportivo.
Per fortuna il vento delle polemiche non soffia fino a Parigi e almeno per qualche tempo nel dopopartita, quando finalmente torna a parlare (perché ormai lo fa molto raramente), Paola può parlare solo di pallavolo. E della sua svolta personale molto evidente.
È sempre una giocatrice fortissima, capace di spostare gli equilibri in campo, di essere scelta alla fine delle Olimpiadi come mvp del torneo e ovviamente essere inserita nel sestetto ideale dei Giochi (con le altre azzurre Orro, Sylla, Danesi, De Gennaro, la brasiliana Gabi e l’americana Ogbogu). Quello non è cambiato, o meglio sì perché anche sul piano pallavolistico la Paola di questa estate è molto più precisa di quella del passato, attacca meno palloni e ne sbaglia molti meno.
Ma il cambiamento della Egonu è visibile anche nel modo in cui commenta l’oro olimpico dopo averlo vinto.
Perché anche a lei è chiarissimo quale sia stato l’apporto di Velasco nel cambiare la mentalità della squadra azzurra: "Julio ha fatto in modo di togliermi pressione? Sì, è vero. Direi che le due ’rullate’ al giorno con lui siano servite. C’era tanta volontà, tanta voglia di dare il massimo anche nelle piccole cose che non sono proprio la mia specialità. Diciamo che ho ritrovato la serenità e sono riuscita a dare il mio 100%".
Quando Paola è serena diventa una delle migliori giocatrici al mondo, praticamente innarestabile. Quando può lavorare soltanto sulla pallavolo senza doversi dedicare agli haters sui social o alle polemiche se decide di andare a Sanremo, è tutta un’altra storia.
E dire che è passato solo un anno da quando non era titolare agli Europei e non partecipava al torneo di qualificazione olimpica: "Sono ancora incredula ma fierissima e contentissima per quello che abbiamo fatto. Forse nei prossimi giorni sarà tutto più chiaro. Sto vivendo un’emozione indescrivibile. Questo è l’obiettivo che avevamo, ci siamo arrivate concentrate, partita per partita, punto dopo punto, senza pensare a quello che avrebbe potuto essere o a quello che è stato".
Il segreto per recuperare il talento alla causa ha un cognome preciso: "Velasco? È stato bravo nell’unirci tutte e creare quella squadra che mancava da un po’. Per me è stato importante essere riuscita a rialzarmi e intraprendere un’altra avventura con questa squadra, questo gruppo – raccontava ieri a fine gara –. Velasco è riuscito a creare un bel gruppo squadra valorizzando il punto forte di ciascuna di noi; per quanto mi riguarda mi ha tranquillizzato molto. Ogni giorno siamo scese in campo per cercare di fare il nostro gioco e creare quella stabilità che poi si è vista dall’inizio dell’estate fino ad adesso. Cosa vuol dire l’abbraccio finale? Squadra. È stato un anno stupendo, ci siamo divise le responsabilità di squadra, ci siamo dette di aggredire le nostre avversarie sin dal primo momento".
Le chiedono se sia la giornata più bella della sua vita, e lei risponde con la velocità di una delle sue schiacciate: "Sì".
La dedica è per il nonno, scomparso tre anni fa. Il presente è con i suoi cari: "Abbiamo vinto, credo, la competizione che tutti gli atleti sognano e avere la mia famiglia, un fidanzato, gli amici più cari per me qui che mi sostengono è stupendo".
Magari si potesse rimanere quei per sempre, lontani dalle miserie che anche ieri, dopo l’ultima palla, sono state scoperchiate da molti politici italiani. Come se fosse obbligatorio commentare sempre e per forza.
Ma questo non è certo colpa di Paola.
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