Goretti ci crede e suona la carica: "Sbaglia tutto chi ci dà per morti"
"Volevo strigliare la squadra, ma ho visto piangere un giocatore e ho capito che serviva resettare e basta"
Direttore Roberto Goretti, questa squadra ha paura?
"Per ora dico no. Ma lo vedremo sabato a Palermo e nelle gare successive. Per esperienza so che esiste il rischio di farsi prendere dal panico dopo una batosta come quella presa dal Cosenza".
Sono però tre sconfitte di fila.
"Non c’entra. A Venezia abbiamo vinto bene, a Lecco perso subendo un mezzo tiro in porta e con il Cittadella per sessanta minuti siamo stati vivi. Una squadra che ha paura gioca male e non fa risultato. Questo binomio si è verificato solo contro i calabresi".
Insomma, il kappao con il Cosenza a questo punto diventa uno spartiacque.
"Sì, rientra nel discorso appena fatto: pessima gara e risultato orrendo. Quindi bisogna ripulire la mente, reagire e rialzarsi. Altrimenti sì che possono diventare guai seri".
Va di moda parlare di attributi: questa squadra li ha?
"Abbiamo avuto tanti alti e bassi in questa stagione e ci siamo sempre saltati fuori. Se non li hai... vai alla deriva. Noi invece siamo ancora qui e lotteremo fino alla fine".
Non pensa che dopo Cosenza quattro urlacci e una strigliata ai ragazzi ci sarebbero stati bene?
"A volte sono necessari. L’anno scorso in alcune occasioni ho alzato la voce e lo stavo facendo anche stavolta...".
Invece?
"Sono sceso negli spogliatoi 6-7 minuti prima della fine della partita: ho aperto la porta e ho trovato un giocatore che piangeva. Uno di quelli che era in tribuna. Ho capito che non era il momento di strigliarli. Questa scena è stata l’ennesima conferma che il gruppo è sano, unito e soffre quando non arrivano i risultati. Alzare la voce non sarebbe servito a nulla. Quindi ho detto loro di resettare, di cancellare questa sconfitta. E ripartire".
Bene: si riparte da 40 punti, 4 sopra la zona play-out.
"I numeri non mentono, eppure ci danno per morti e già retrocessi. Non solo. E’ da quando sono usciti i calendari che in tantissimi sono convinti che nelle ultime quattro gare faremo zero punti. Ma dove sta scritto?".
Troppo pessimismo.
"Io mi preoccuperei se fossi il Modena che si gioca un derby delicatissimo in trasferta...".
Parliamo di Alessandro Nesta?
"Ho letto l’intervista che Amadei ha rilasciato al Carlino: ho percepito grande fiducia e convinzione di portare a casa la salvezza".
Il patron ha però anche detto, riferendosi a Nesta: "se avessi il timore che le cose potrebbero andare male, può darsi che occorra cambiare qualcosa per provare a farle andare meglio", le parole esatte.
"Io ho grande fiducia nell’allenatore sia per le qualità umane sia per quelle professionali. Ha fatto un grande percorso, difficile, complesso, per i tanti problemi che abbiamo incontrato. Non dimenticate che siamo una neopromossa. Avevamo messo in conto i problemi, ma sono stati davvero troppi, vedi gli infortuni. Tornando a Nesta, ritengo sia la persona giusta per portarci fino al traguardo".
Quindi non corrisponde al vero che tra voi non c’è più feeling?
"Macché... C’è grande stima reciproca. Poi se mi chiedete se è vero che a volte discutiamo fino a mandarci a quel paese, vi dico sì. Ma confrontarsi, sempre nel rispetto dei ruoli, è il modo giusto per crescere, per aiutarsi a vedere cose che l’altro in quel momento non vede".
Quanti punti servono per restare in Serie B?
"No, no. E ancora no. Questo è un giochino che leva il sonno e per questo motivo non mi presto. E lo dico anche ai giocatori: non fate calcoli, giocate la prossima partita cercando di fare più punti possibili".
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