Il segreto di Nicolò Martinenghi: "Io nuoto sempre con il sorriso"
Dall’oro di Parigi al sogno mondiale, il campione varesino si racconta: "Pressione? La metto da solo"
La battuta è sempre pronta, così come il sorriso e la disponibilità di Nicolò Martinenghi. Qualche giorno fa, l’oro olimpico nei 100 metri rana, è stato premiato a Palazzo Lombardia insieme ai medagliati e non delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi. Non si è nemmeno sottratto a qualche domanda, nonostante da mesi sia uno dei più “ricercati“. I capelli non sono più biondi e presto andrà a vivere a Verona per allenarsi con Matteo Giunta, dopo anni in cui è cresciuto e ha vinto con Marco Pedoja. "Mi piace il vino veneto (ride, ndc). Sono cose che fanno parte della carriera di un atleta, il percorso è sempre difficile: dopo tutto quello che ho fatto quest’anno, è giusto trovare qualcosa di nuovo sulla mia strada".
Da una parte c’è la ricerca di motivazioni e stimoli, dall’altra anche una questione logistica. La piscina di Busto Garolfo è momentaneamente chiusa per lavori e avrebbe dovuto fare spola tra Ravello e Cerro Maggiore. "Posso parlare da nuotatore, parte della mia scelta è legata a un aspetto logistico e di struttura, non è solo in Lombardia così, ma in tutta Italia. Facciamo un po’ fatica rispetto all’Europa. Io vengo da una realtà molto piccola, sono cresciuto in una realtà molto piccola e sono arrivato dove sono arrivato: c’è speranza per tutti. A me basta una corsia per nuotare, o meglio bastava, sono arrivato in un momento dove voglio una bella corsia per continuare a fare quello che faccio".
Il sogno per Martinenghi è comunque quello di tornare in Lombardia. "Qui sono a casa, mi sento protetto, mi piace, ci sono tante iniziative, io vivo di sport e per lo sport. La Regione ci sta dando tanto. La mia idea è quella di tornare a casa al 100%, si ragiona di 4 anni in 4 anni, sarebbe un po’ sciocco ritornare poco dopo, bisogna dare un tempo a un cambiamento per essere tale, comunque vada sarà una crescita. Sicuro mi piacerebbe finire la carriera a casa".
Intanto, nel breve futuro ci sono i mondiali in vasca corta di Budapest (10 – 15 dicembre): "Sto decidendo se fare questa prestigiosa competizione, oppure no (è nella lista dei 30 convocati, ndc), sono in un momento di scelte. La vasca da 50 metri a Singapore a luglio (sede dei mondiali in lunga, ndr), sarà l’obiettivo della stagione".
Del resto, dopo l’oro ci saranno aspettative più alte: "È vero, si alza l’asticella, indipendentemente da tutto, credo di continuare a fare quello che ho sempre fatto, con il sorriso in faccia cercando di divertirmi ogni giorno quando entro in acqua. Da lì vengono tutti i risultati, poi è logico che, ad oggi, la pressione arriva più da me stesso, mi piace e fa parte del gioco".
Proprio riguardo a Parigi si lascia andare a una riflessione sul valore di quella medaglia, che ammette di aver rivisto per la prima volta dopo l’avventura francese, in occasione della cerimonia lombarda: "Ho sempre detto che quella medaglia me la sono goduta tanto, invece a distanza di mesi, forse non è così. Non ho ricordi molto nitidi di quella giornata, mi porto a casa tanta esperienza dal punto di vista dell’approccio. Il mio obiettivo è godermi il processo, il cammino che faccio tutti i giorni, non solo il risultato finale, non solo una medaglia oro, argento o bronzo o una partecipazione a una manifestazione. Ho imparato tanto, mi godrò di più quello che sto facendo".
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