La General Contractor vuole uscire dal periodo buio. Jesi cerca il riscatto. A Salerno match duro
La General Contractor affronta la Power Basket Salerno in cerca di una svolta dopo una serie di risultati deludenti. La sfida si preannuncia difficile, considerando il momento di forma dell'avversario e la determinazione del play argentino Stanic.
Vedi Salerno e poi… muori! Scongiuri di rito e un vecchio adagio, riveduto e corretto per l’occasione, assolutamente da sfatare per la General Contractor di scena domani nel capoluogo campano per il terzo turno di campionato (palla a due alle 18). Quasi un viaggio della speranza per la Ghizzinardi band per provare a interrompere il digiuno di vittorie assenti dai playoff contro Livorno della scorsa primavera e perpetrato, amichevoli comprese (salvo l’eccezione del successo di misura con Matelica), fino all’infrasettimanale di mercoledì scorso contro Chieti. Trasferta e avversario inediti per una squadra alla disperata ricerca di punti e, ancor più importante, di identità intesa come personalità da parte dei singoli e di compattezza a livello di collettivo. Qualità essenziali per competere ad alti livelli venute a mancare nell’infausto esordio di Chiusi dove la positiva prestazione dei piccoli aveva parzialmente mascherato le magagne del reparto lunghi e clamorosamente venute meno nei cruciali momenti conclusivi della gara persa con Chieti. A rendere ancor più insidiosa la trasferta lo stato di salute della Power Basket Salerno che è sulle ali dell’entusiasmo dopo il golpe al PalaPiccolo di Caserta nel derby con la blasonata Juve di coach Damiano Cagnazzo, una squadra non nuova a questo tipo di imprese reduce dalla duplice vittoria di avvio stagione, quella maramaldeggiante contro Piombino (84-58) nella prima giornata e di Caserta (70-83) nel turno infrasettimanale. Non bastassero le difficoltà legate al momento non proprio ideale sotto l’aspetto psicologico, ecco spuntare dall’altra parte del campo l’inconfondibile barbone che da qualche anno incornicia la faccia di eterno ragazzino di Nicolas Manuel Stanic play di scuola argentina classe 1984; quaranta anni compiuti e non sentirli. Non solo un modo di dire: per lui ogni partita una finale di coppa del mondo. Ultime stagioni a Fabriano: se contro Jesi non pensa di giocare il derby è già qualcosa.
g. a.
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