La ricerca di Sport e Salute e Credito sportivo. Lo sport spinge il pil, ma mancano gli impianti

Il Rapporto Sport 2023 evidenzia che l'industria sportiva contribuisce all'1,3% del PIL italiano, con un movimento economico di 22 miliardi di euro. Tuttavia, la pandemia ha causato un crollo degli investimenti e un divario territoriale nella pratica sportiva. Solo un quarto della popolazione italiana svolge attività fisica regolarmente, mentre il 27% degli adulti pratica sport almeno una volta a settimana. È necessaria un'azione di sistema per promuovere una cultura dello sport.

31 gennaio 2024

Una voce ruggente nel Pil, pari all’1,3% e una presenza sul territorio che si specchia in un movimento economico di 22 miliardi di euro. È quanto emerge dalla prima indagine sul sistema sport, il ’Rapporto Sport 2023’, presentata ieri a Roma dall’Istituto per il Credito Sportivo e da Sport e Salute. Un rapporto che ha messo a fuoco il potenziale dell’industria sportiva; dal riflesso sul Pil alla domanda di pratica; dalla mappatura dell’impiantistica alla dimensione di impatto. Lo sport si conferma industria con un livello occupazionale che poggia su 400mila persone occupate grazie a oltre 15 mila imprese private, 82 mila enti non profit e l’impegno di 900 mila volontari. A fronte di numeri di rilievo, vi sono però anche zone d’ombra, come ad esempio il divario territoriale sul fronte impiantistico e della pratica sportiva. E la pandemia ha indubbiamente fatto la sua parte bruciando quasi 4 miliardi di euro, con un drastico crollo degli investimenti – meno 76% nel 2020 – mentre la crisi energetica ha dato una brutta spallata all’equilibrio finanziario delle strutture sportive incidendo fino al 45% dei costi fissi totali.

Dallo studio emerge che più di 38 milioni di italiani non praticano sport e solo un quarto della popolazione svolge attività in modo regolare. In Europa, il nostro Paese è al 21° posto per quota di adulti che praticano attività fisica: il 27% almeno una volta a settimana, rispetto a una media europea del 44%. In considerazione dell’alto tasso di sedentarietà, con un italiano su tre che non pratica alcuna attività fisica, secondo gli autori del rapporto "risulta indispensabile l’attuazione di un’azione di sistema per la costruzione di una cultura dello sport in un’ottica sinergica tra pubblico e privato". I"Con il Rapporto Sport vede la luce un osservatorio di settore capace di offrire un set informativo utile per orientare le politiche dello sport" ha detto il Presidente dell’ICS Beniamino Quintieri, alla presenza del ministro dello Sport Andrea Abodi, del numero uno di Sport e Salute Marco Mezzroma, della vice presidente Coni Silvia Salis e del presidente del Cip Luca Pancalli. "Gli impianti incompiuti sul territorio nazionale sono 57, la famosa Vela di Calatrava è quella di maggior peso. La maggior parte sono al Sud e in particolare in Sicilia. Ci vorrebbero 500 milioni per terminare queste opere", ha detto Mezzaroma. Pancalli ha dichiarato: "Che solo 6 scuole su 10 abbiano palestre è un dato che fa rabbrividire e di queste 6 solo 3 sono accessibili". La chiusura è di Andrea Abodi: "Lo sport è socialità e se vogliamo rafforzare le difese immunitarie del Paese sarà bene rammentare che dove c’è sport c’è qualità della vita, dove lo sport arretra, la qualità della vita scende". E di Caivano su cui intervenire purtroppo "ce ne sono tante".

Paolo Franci

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