Macchini: "Ho un sogno a cinque cerchi"

Il campione marchigiano salterà gli Europei per preparare al meglio i Giochi: "Siamo in tanti, darò il massimo per essere a Parigi"

di ANGELICA MALVATANI -
6 aprile 2024
Carlo Macchini in azione

Carlo Macchini in azione

Fermo, 6 aprile 2024 – La prima cosa è l’umiltà, poi l’attaccamento alle radici e ai valori che fanno di un ragazzo troppo vivace un uomo per bene. Carlo Macchini è uno dei talenti della ginnastica italiana, dal 2020 è nelle Fiamme oro, poliziotto a tutti gli effetti e ginnasta per professione e per passione. Non sarà a Rimini per gli Europei, l’obiettivo è Parigi per le Olimpiadi, la parola che dà senso a tutto.

Classe 1996, Macchini, soprannominato ’Bistecca’ per via di un’abbronzatura troppo accesa di qualche estate fa, è nato nelle Marche e a Fermo, alla palestra Appoggetti, si allena tutti i giorni. Una scelta precisa, quella di restare in una piccola città di provincia: "Fermo è casa, conservo le mie radici molto forti e qui ho una dimensione intima che mi permette di concentrarmi e rilassarmi. Le pressioni ci sono, ma sono fortunato perché riesco a gestirle, anche se il peso più grande è quello delle aspettative che mi pongo io".

L’anno olimpico cambia le carte in tavola, la serenità rischia di saltare. Come vive questo momento?

"Di certo l’anno delle Olimpiadi ci dà una tensione particolare, questa attesa ci fa stare in bilico, in attesa di sapere se saremo convocati. L’Italia c’è come squadra, ma il posto è solo per 5 atleti su 13 totali. Io sto facendo la preparazione per andare, poi quello che sarà lo scopriremo, mantenere serenità è di vitale importanza, per non farsi mangiare vivi dalle pressioni. Quello che sento è una sana adrenalina che mi porta ad andare oltre, la concorrenza si sente, andrà chi l’avrà meritato di più".

Com’è nato l’amore per la ginnastica?

"Come per molti bambini troppo attivi da piccoli, si finisce in palestra, i miei genitori senza particolari aspettative mi hanno portato nel posto che poi è diventato la mia seconda casa. io ero un bambino decisamente vivace, allenandomi ho trovato la giusta dimensione".

A chi deve dire grazie?

"Ai miei allenatori che hanno sempre messo al primo posto la persona e poi l’atleta, costruire persone è il lavoro più difficile. L’atleta prima o poi smetterà, la persona resta per sempre. E allora il primo è stato Luigi Peroli, oggi Marco Fortuna, a loro sono particolarmente grato. Vado spesso nelle scuole, a parlare coi ragazzi, proprio per far capire il valore del lavoro, dell’impegno, del sacrificio".

Igor Cassina ti ha indicato come suo erede, lui che è sempre stato il tuo idolo.

"Ho ancora la pelle d’oca, quando ho letto che mi aveva indicato come il suo erede alla sbarra non ci potevo credere, con il suo movimento ho vinto l’argento nel 2023 agli europei. Mi ha allenato qualche anno fa, per un anno e mezzo, ha un carisma incredibile, quando apre bocca per me si ferma il mondo. L’avevo incontrato da ragazzino, agli assoluti di Ancona, ero con mia madre, non stava gareggiando e gli ho parlato, mi ha detto che se ce l’aveva fatta lui ce la potevano fare tutti. Io a quelle parole ho creduto tantissimo, farcela nella vita è diventare quello che hai sempre sognato di essere. Io pure ce la sto facendo e un po’ è anche merito di Cassina".

Qual è il segreto per farcela?

"Mantenersi umili come Igor e poi condurre uno stile di vita molto rigido, la parte difficile non sono gli allenamenti ma è a tavola, niente stravizi, non si esce fino a tardi. La vita privata è complicata, per fortuna ho degli amici che non mi abbandonano mai, per ora sono single e concentrato".

La medaglia che ricorda con più soddisfazione?

"Il risultato che mi fa brillare gli occhi è il quarto posto al campionato del mondo finale alla sbarra in Giappone, esperienza quasi mistica e bellissima. E poi, quella che deve arrivare, l’unica cosa certa è che ci metterò tutte le mie energie buone. Se basteranno, bene. Sennò resto Carlo Macchini, che sa imparare anche da un rifiuto e da una sconfitta. Se da una caduta sei in grado di imparare, e crescere, allora non perdi mai".

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