Modena Col 4-3-3 di Mandelli si va all’attacco

Il tecnico ha sempre puntato ad un gioco veloce che privilegia gli esterni. Ecco come potrebbe applicarlo già contro la Carrarese

di ALESSANDRO TRONCONE
8 novembre 2024
Modena Col 4-3-3 di Mandelli si va all’attacco

Paolo Mandelli neo tecnico del Modena (fotofiocchi)

Ciò che Paolo Mandelli è riuscito a costruire in due anni di lavoro con la Primavera, è già diventato patrimonio potenziale del Modena. I primi contratti da professionista di Olivieri e Ghillani (oggi rispettivamente in prestito alla Pergolettese e al Trento), la presenza fissa di Oliva (classe 2005, come i due colleghi) in prima squadra sin dall’ultima parte della scorsa stagione, apprezzato in particolar modo da Bisoli. Senza dimenticare la promozione in Primavera 2, quasi necessaria per continuare ad investire in maniera corposa nei ragazzi canarini e la Supercoppa vinta a giugno a Reggio Emilia contro l’Avellino. Insomma, il gioco mostrato in campo non ha avuto punti deboli.

Chissà se il poco tempo a disposizione, abbia comunque permesso a Mandelli di trasmettere alcuni concetti fondamentali della sua idea di 4-3-3. Idea sicuramente propositiva, seppur si parli di giovani la sua Primavera ha sempre fatto vedere coraggio nella fase di possesso, coinvolgendo di continuo terzini ed esterni, tant’è che l’esplosione di Olivieri e Ghillani deriva proprio da lì. La sovrapposizione del terzino e dunque la superiorità numerica sulla fascia dovrebbero essere prerogative anche del Modena dei grandi, se si pensa a Idrissi e Dellavalle le caratteristiche per poterlo fare ci sono, eccome. Un ruolo determinante nel centrocampo lo aveva Oliva, pedina che faceva da collante tra i reparti e spesso si trovava sotto la prima punta il cui lavoro doveva essere, invece, molto preciso nella sponda, nella rotazione e nel gioco rapido.

In questo caso, due profili che potrebbero risponde alle esigenze tattiche potrebbero essere Battistella e Abiuso, il primo per la sua qualità nella falcata e nell’inserimento, il secondo per la sua generosità. Sugli esterni c’è quasi l’imbarazzo della scelta. Difficilmente Mandelli sposterà da lì Palumbo, anche se intorno al numero 10 chissà che non ci siano delle riflessioni e la tentazione di riportarlo a centrocampo. Così non fosse, Caso e Palumbo giocheranno a piede invertito proprio per spronare l’inserimento alle loro spalle dei terzini e giocare nel rapido con la punta. Tanta bella teoria, bisogna ammetterlo. Ma è ora importantissimo che Mandelli proponga in pieno la sua filosofia, perché il Modena ha bisogno anche di un cambio di mentalità: iniziare ad essere protagonista nel gioco e non passivo, come spesso si è visto fin qui. Chi gioca non verrà mai criticato, chi rinuncia a farlo inevitabilmente sì. Pur sapendo che almeno nei primi minuti servirà scrollarsi di dosso un po’ di tensione.

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