Modena Progetto foresteria, una rarità in Italia

L’annuncio del club gialloblù: all’interno dello stadio ambienti e camere per la crescita dei giovani calciatori. Ecco le realtà dove già succede .

di LORENZO LONGHI -
3 giugno 2024
Modena Progetto foresteria, una rarità in Italia

Modena Progetto foresteria, una rarità in Italia

Con il progetto della foresteria nelle strutture del Braglia, più precisamente nei vecchi spazi destinati al Csi, il Modena conferma una visione originale, dove l’intento di far vivere ai ragazzi il cuore pulsante dell’ambiente calcistico si sposa con quello di consentire di vivere la città direttamente in centro. In questo senso, mentre sono tutto sommato piuttosto numerose le società che hanno ricavato le foresterie nelle strutture dei centri sportivi (che generalmente si trovano, per ovvie questioni di spazi, alla periferia delle città, quando non in comuni diversi), ben più rari sono gli esempi che vedono i locali inseriti appunto all’interno del perimetro degli stadi. Per quanto fosse una soluzione piuttosto in uso alcuni decenni or sono, poi quasi ovunque dismessa, l’opzione della foresteria interna agli stadi, o comunque nelle immediate adiacenze, sta tornando in voga anche in Italia. Alcuni esempi si trovano al sud, e hanno visto l’ultimazione dei lavori in tempi abbastanza recenti. Il primo lo si ritrova a Messina, dove la foresteria dello storico stadio Celeste – oggi intitolato a Franco Scoglio – è stata ripristinata fra la tarda estate e l’autunno del 2022. Lo stadio non è nel pieno centro cittadino, ma nel quartiere Gazzi, in un’area che dista poche centinaia di metri sia dal mare che dal policlinico di Messina. Un altro esempio lo si trova a Brindisi, dove lo stadio Fanuzzi – che necessiterà peraltro di un restyling – può contare fra i suoi spazi su di una foresteria ristrutturata anch’essa nella seconda parte del 2022 e che viene utilizzata per ospitare alcuni ragazzi delle giovanili del club salentino. La foresteria è anche nel progetto presentato pochi mesi fa a L’Aquila e che riguarda la ristrutturazione dello stadio Gran Sasso d’Italia, nel quartiere denominato Acquasanta. Qui i lavori (finanziati in parte anche da fondi del Pnrr) sono di fatto appena iniziati, ma l’idea della foresteria è stata tra le prime a farsi strada nel progetto di riqualificazione, a confermare un ritrovato interesse per soluzioni di questo tipo. La foresteria è anche all’interno di uno dei lotti che riguardano il completamento dello stadio Filadelfia di Torino, rinato nel 2017 e nel quale, comunque, non gioca partite ufficiali la squadra granata. Il Filadelfia, per anni abbandonato prima dell’era Cairo, ha comunque fatto la storia (era quello del Grande Torino) ed è logico che una foresteria in quel luogo significa qualcosa in più, a livello di tradizione. Anche laddove non esistono ancora progetti ma solamente sogni di nuovi stadi (Varese, Lucca, Arezzo), la foresteria compare spesso tra i desiderata: rigenerazione degli spazi che, al di là dell’aspetto funzionale, favorisca l’aspetto identitario e di collegamento tra i club e le relative città.

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