Mondiali indoor atletica leggera 2024, La Torre: "A Glasgow per misurarci con i più forti"

Partenza azzurra per i Mondiali indoor, parla il DT: “Tappa di passaggio importante per ponderare le ambizioni su Roma e Parigi. Veniamo da 21 record italiani ma niente è scontato"

di Redazione Sport
28 febbraio 2024

Zane Weir

Roma, 28 febbraio 2024 - L’entusiasmo, certamente. La scia dei primati italiani a ripetizione. La freschezza, lo spirito di emulazione sempre più forte. Ma anche la consapevolezza, necessaria, di quanto sia competitivo e insidioso il palcoscenico mondiale: “Non ci sarà nessuno dei sette campioni olimpici azzurri, ma non per questo si sta parlando meno dell’atletica italiana. Anzi, tutt’altro. Glasgow è un evento che dirà tanto, la presenza di Lyles e Coleman certifica che non sarà un Mondiale di serie B e che non potremo dare nulla per scontato”, avverte il direttore tecnico Antonio La Torre. La parola più ripetuta è stata “record” (21 in 11 specialità) nell’inverno caldo dell’atletica azzurra: ora è il momento di confrontarsi con il mondo, a tu per tu, senza paura, e di tradurre in risultati questa euforia e questa spinta a migliorarsi che si respira nel gruppo della Nazionale. “Veniamo da tante belle prestazioni ottenute in contesti significativi e in tutti i settori - le parole del DT nel giorno della partenza per i Mondiali indoor di Glasgow insieme ai ventuno azzurri convocati - va benissimo questo bell’inverno di risultati, ma ora, passatemi l’espressione, inizia l’atletica ‘vera’. Bisogna cominciare a verificare chi siamo quando si accende il fuoco della competizione. Oggettivamente negli ultimi anni siamo tornati a essere protagonisti e tutti insieme stiamo cercando di fare sempre meglio: atleti, tecnici, società, struttura. Si tratta di dimostrare che oltre al cambio di mentalità, sia avvenuto anche un definitivo salto di qualità”. È un anno fitto di eventi. L’Emirates Arena di Glasgow, che evoca il dolce ricordo dell’oro di Gimbo Tamberi agli Euroindoor del 2019, è soltanto l’inizio. “Lo dobbiamo considerare come una tappa di passaggio, estremamente importante per ponderare al meglio le ambizioni di ognuno per gli Europei di Roma e le Olimpiadi di Parigi - continua il DT -. E per iniziare a definire in quale fascia siamo del contesto internazionale. In generale, più che il numero delle medaglie, mi interessa che tutti gli azzurri si mostrino all’altezza”. Più nel dettaglio delle posizioni individuali, la coppia Leonardo Fabbri-Zane Weir nell’ultimo anno ha alzato l’asticella: “Argento mondiale Leo, campione europeo indoor uno straordinario atleta come Zane, se le danno ogni giorno di santa ragione sotto lo sguardo bonario di Paolo Dal Soglio e i progressi li abbiamo visti. A Glasgow bisogna accendere al massimo i motori di competitività, sarà una gara durissima con Crouser, Walsh, il giamaicano Campbell”. Tre record italiani a testa, in quest’ultimo mese, per Zaynab Dosso e Lorenzo Simonelli: “Zaynab ha passato l’inverno a fare a ‘spallate’ con la Swoboda, credo che ai Mondiali sia da finale e poi… spero per il meglio. Lorenzo a Madrid ha fatto vedere di cosa è capace, non si è perso nel confronto diretto, anzi ha battuto molti dei migliori europei. E se penso che a Brisbane 2032 avrà ancora trent’anni…”. Ha tutta la vita davanti anche Mattia Furlani, capolista mondiale con 8,34 a soli diciannove anni: “Mi auguro che continui a divertirsi e a farci divertire - sottolinea La Torre - Un anno fa è venuto a Istanbul per imparare. In 12 mesi, grazie al supporto fondamentale della madre, è maturato in maniera impressionante, non soltanto nelle misure. Sogno che continui a mantenere questo approccio leggero, che si esalti quando mette piede in pedana. Trasmette una bellissima energia a chi lo osserva”. Sempre nel lungo, “Larissa Iapichino sta ancora lavorando per sistemare dettagli tecnici: può essere l’anno del decollo definitivo. Il 6,80 di Ancona è indice di uno stato di forma importante”. L’altro leader mondiale stagionale, oltre a Furlani, è l’ottocentista Catalin Tecuceanu: “Nel suo caso conta saper gestire i turni, bisogna scendere tre volte in pista. Raggiungere la finale sarebbe una bella certificazione di crescita”. “Arese, Riva, Cavalli, Coiro, Aprile, Pernici: mi aspetto un segnale per confermare che il mezzofondo veloce abbia ripreso davvero a correre. Da Ceccarelli, nei 60, mi basterebbe vedere un passetto in avanti. L’influenza di fine anno lo ha steso e gli ha fatto perdere settimane decisive. Sono curioso per come si muoverà Chituru Ali: il 6.57 di Ancona fa intravedere grandi cose per la stagione estiva. Ihemeje nel triplo ha cominciato a fari spenti ma potrebbe essere la sorpresa”. Stagione lunga, lunghissima, si diceva (oggi -100 agli Europei di Roma): “Meslek, per esempio, ha scelto di non finalizzare la stagione indoor perché vuole arrivare a giocarsi qualcosa di valore a Roma e poi provarci alle Olimpiadi - fa sapere il DT - Abbiamo fatto delle scelte in prospettiva: con i quattrocentisti, d’accordo con loro, si è preferito non correre la staffetta a Glasgow e concentrarsi sulle World Relays nelle Bahamas che qualificano per Parigi”.

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