Mondiali di rugby 2023: l’Argentina sfida gli All Blacks ritrovati

Venerdì alle 21 la semifinale allo Stade de France. Il periodo ‘nero’ degli neozelandesi sembra finito, ma i Pumas hanno conquistato fiducia partita dopo partita

di DIEGO FORTI -
19 ottobre 2023
L'All Black Will Jordan nella vittoria contro l'Irlanda (foto Diego Forti)

L'All Black Will Jordan nella vittoria contro l'Irlanda (foto Diego Forti)

Parigi, 19 ottobre 2023 – Squadra che vince non si cambia. O almeno si cambia poco. Questo il principio a cui si è appellato Michael Cheikia nel comunicare la lista dei convocati per la prima delle semifinali di questa Coppa del Mondo 2023 tra Argentina e Nuova Zelanda (venerdì 20, alle 21, Stade de France). Infatti dei 23 giocatori protagonisti della vittoria contro il Galles, in pratica ha sostituito solo il mediano di mischia Cubelli con Bertranou.

Esperienza e coesione di un gruppo che solo pochi mesi fa sembrava essere arrivato al capolinea, sono diventati i punti di forza sui cui punta il CT dei Pumas. Ben sette degli uomini selezionati per la partita contro gli All Blacks essendo già scesi in campo nella semifinale del 2015 conto l’Australia, all’epoca allenata proprio da Cheikia, sanno cosa significa giocare una partita di questo livello (e stress). Non solo, ma sei argentini hanno battuto gli All Blacks nel 2020 (15-25) e nel 2022 (18 a 25). In particolare sembra rappresentare una spina nel fianco dei Tutti Neri la coppia di mediana Bertanou - Carreras.

Una soluzione tattica che in parte spiega l’accantonamento di Cubelli e il parcheggio in panchina di Nicolas Sanchez nonostante sia infallibile nei calci, 11 su 11, e vanti ben 151 punti in carniera contro gli All Blacks. Evidentemente Cheikia, che una finale della RWC l’ha comunque già giocata (e persa), pensa che la fiducia nei propri mezzi (e due vittorie contro la Nuova Zelanda rappresentano una notevole iniezione di autostima) possa risultare fondamentale in una sfida contro un avversario sulla carta reputato più forte.

Vale la pena ricordare che per l’allenatore dei Pumas questa partita costituisce una rivincita se non vendetta della finalissima del 2015 quando alla guida dell’Australia fu doppiato nel punteggio: 34 a 17 per i neozelandesi. Sull’altro fronte da dire che anche Ian Foster si è limitato a degli aggiustamenti con un solo cambio significativo nel XV titolare: il rientro dell’ala Mark Tele’a messo in castigo nei Quarti per aver infranto una regola comportamentale interna degli All Blacks. In pratica si tratta di una freccia ancor più velenosa nel triangolo arretrato della squadra, già ultra temibile viste le terrificanti progressioni di Beauden Barrrett e l’implacabile fiuto per la meta di Will Jordan: 28 marcature in 29 partite. Per il resto è stata decisa la sostituzione in panchina del tallonatole Dan Coles con Samisoni Taukei'aho e uno scambio in seconda linea tra Brodie Retallick, riserva, e Samuel Whitelock, titolare. Su tattiche e previste soluzioni di gioco molti sorrisi, ma nessuna rivelazione. Il periodo “nero” dei “tuttineri” in ogni caso è acqua passata. Pumas permettendo.

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