Mosaico, stagione fallimentare. Ma il volley donne deve ripartire
La retrocessione in B2 a dispetto delle aspettative, la mancata collaborazione con l’Olimpia Teodora
Ancora un anno negativo per il volley femminile ravennate. Dopo l’abbandono del titolo di A2 nel 2022 da parte dell’Olimpia Teodora il ruolo-guida cittadino è passato alla società "Teodora Settore Giovanile" ridenominatasi "Mosaico" dopo aver avviato una collaborazione con la "Volley Academy" di Manù Benelli, peraltro, non intensa come si progettava. Il Mosaico, sostenuto dai conferimenti di due imprenditori veneti, si è dotato di una gloria cittadina come Daniele Ricci che ha ricoperto però un ruolo sostanzialmente escluso dalle principali scelte tecniche (allenatori e mercato) che sono rimaste in capo alla proprietà. Dopo un primo anno di centroclassifica in B1 (ma con la turbolenza testimoniata dal cambio di allenatore da Focchi e Zoratti) il Mosaico aveva approcciato la stagione 2023/24 con qualche ambizione, scegliendo il tecnico Barbolini, riportando a Ravenna la monumentale Lucia Bacchi e una giocatrice di valore come Beatrice Bacchilega. Ma le cose sono andate subito male. La squadra ha cambiato due allenatori (da Barbolini a Tisci) tre palleggiatrici titolari (da Venco a Vingaretti a Engaldini), due liberi (da Fini a Vianello), tre dirigenti accompagnatori, inseguendo un’identità di gioco che non è stata mai raggiunta. Ha pesato la scelta di atlete legate alla proprietà che non si sono dimostrate all’altezza della categoria, disorientando gli equilibri di squadra. Tutti falliti, per demeriti o per circostanze, i buoni propositi della vigilia: dal trattenere i talenti cittadini (tutto in fuga verso altri lidi il bel gruppo Under18 del 2022) al risultato sportivo (retrocessione) a quello di radicamento nella città (PalaCosta quasi sempre deserto, imprenditoria non coinvolta), dalla ricerca (non riuscita) di una collaborazione con l’Olimpia Teodora a livello giovanile, alla integrazione con la seconda squadra (iscritta alla B2 e affidata a Focchi, che si è mossa in modo molto autonomo, raggiungendo una bella e tranquilla salvezza), al proposito di affiancare, all’attività sportiva, finalità artistiche e turistiche legate al mosaico. Prosegue il sortilegio del volley femminile a Ravenna, sul quale si sono cimentati, negli anni, dirigenti di grande prestigio come Bottaro, ex campionesse come Benelli, Rinieri, Arfelli, Weersing (e con ruoli minori anche Zambelli e Prati), allenatori come Bendandi, il nazionale cubano Dominico, Bonitta e Ricci (questi ultimi con ruoli dirigenziali); vari assessori allo sport e imprenditori munifici e motivati come Delorenzi (Conad) e i veneti di quest’ultima esperienza. Ma nulla si è stabilizzato, se non la "macchina" del settore giovanile che, in qualche modo, continua a viaggiare e a dare risultati. Un vuoto di potere che attende di essere colmato. Servono denaro fresco, idee e persone nuove che sappiano anche tirare per la giacca il Comune, che potrebbe trovarsi con un nuovo, fiammante palasport, privo, però, dell’attività di vertice che possa animarlo nella disciplina che più ha dato lustro mondiale alla città: la pallavolo femminile, appunto.
Marco Ortolani
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