Olimpiadi 2026, Belmondo prudente su Cesana: “Sì, ma che rispetti l’ambiente”

L’ex campionessa olimpica e mondiale di sci di fondo è favorevole alla soluzione. È ancora caos sulle gare di bob e slittino ai Giochi

di MANUEL MINGUZZI -
18 ottobre 2023
Stefania Belmondo

Stefania Belmondo

Bologna, 18 ottobre 2023 – È ancora caos attorno alle Olimpiadi Invernali 2026. L’annuncio del presidente del Coni Giovanni Malagò “niente gare di bob e slittino a Cortina” ha provocato una serie di reazioni e anche il Governo avrebbe oggi posizioni differenti sulla situazione. In un primo momento si è parlato di una soluzione estera considerando che non era possibile costruire la pista a Cortina, e anche la soluzione di Cesana era stata bocciata, ma nelle ultime ore l’ipotesi riqualificazione della pista che ospitò le Olimpiadi 2006 ha ripreso quota. Alcuni partiti di maggioranza sarebbero in pressing per cercare una soluzione interna, ovvero proprio quella di Cesana che secondo alcuni studi sarebbe decisamente meno costosa di Cortina, ma il ministro Abodi aveva inizialmente frenato. Oggi, invece, ci sarebbero state alcune aperture dal Governo ma la situazione è tutta in divenire. Di sicuro sarebbe importante dotare l’Italia di una struttura per consentire agli atleti di allenarsi in patria, ma a patto che venga rispettato l’ambiente e la sostenibilità. Su questo si è espressa Stefania Belmondo, ex campionessa olimpica di sci di fondo.

Belmondo: “Importante per Cesana, ma la farei smontabile”

In una intervista all’Ansa Stefania Belmondo, che di medaglie d'oro olimpiche ne ha vinte due nello sci di fondo, si è detta favorevole alla pista di Cesana, a patto che sia sostenibile e nel solco della tutela ambientale. E se da un lato sia la Fisi sia Armin Zoeggeler hanno espresso parole dure dopo la decisione di dire no a Cortina, la pista torinese potrebbe essere un appiglio per mantenere le gare di slittino e bob su suolo italiano nel 2026: “Penso sarebbe importante per Cesana riavere la pista - le parole di Belmondo all’Ansa - Ma spererei di fare qualcosa di smontabile e senza costi disumani. Serve una struttura con un impatto ambientale sostenibile perché lo vediamo tutti i giorni cosa sta succedendo all’ambiente”. Resta fondamentale il nodo di base, non solo tenere tutte le discipline di Milano-Cortina 2026 su suolo italiano ma consentire agli atleti di potersi allenare senza sfibranti spostamenti all’estero: “Ha ragione Zoeggeler quando dice che serve una struttura, ma io metto sempre davanti l’ambiente - ancora Belmondo - Gli impianti possono aiutare i nostri sport ma vanno fatti dove c’è già tradizione. Ad esempio, il salto in val di Fiemme è già una tradizione, allora lì si fa una pista che poi resta a chi già pratica quello sport”. Insomma, ancora tutto in alto mare tra costi da mantenere bassi, impatto ambientale e futuro dell'eventuale struttura una volta terminate le Olimpiadi. Il tempo scorre ma una soluzione definitiva non è stata trovata.

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