Olimpiadi, Malagò getta la spugna: “Niente pista a Cortina, gare all’estero”

Il presidente del Coni lo ha comunicato al Cio, a Cortina niente pista di bob, slittino e skeleton: per la prima volta si andrà all’estero

di MANUEL MINGUZZI
16 ottobre 2023
Giovanni Malagò

Giovanni Malagò

Mumbai (India), 16 ottobre 2023 - La figuraccia è ora ufficiale. L’Italia sarà costretta a trasferire all’estero le gare di bob, skeleton e slittino alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Di fatto, alla località veneta resta l’amaro in bocca di una pista Monti che non verrà ricostruita e di conseguenza con la necessità di scegliere una località estera per sopperire alla mancanza, azzoppando la metà della mela rispetto a Milano. Rimarrà poco a Cortina a parte un paio di discipline, per fortuna lo sci alpino, e gli eventi più importanti sul budello, appunto quelli sulla pista da bob, saranno trasferiti all’estero, probabilmente a St. Moritz. Lo ha annunciato ufficialmente questa mattina il presidente del Coni Giovanni Malagò alla sessione numero 141 del Comitato Olimpico Internazionale che si sta svolgendo a Mumbai in India. La decisione è arrivata dal Governo che due giorni fa ha comunicato a Malagò l’impossibilità di ricostruire la pista Monti di Cortina.  

Costi elevati e poco tempo

Malagò ha dovuto dunque gettare la spugna, per la prima volta nella storia delle Olimpiadi invernali una nazione dovrà traslocare all’estero per tre discipline, non riuscendo a organizzare tutta la rassegna sul proprio territorio. L’annuncio di Malagò a Mumbai: “Due giorni fa il Governo ci ha comunicato di considerare un’altra sede esistente e funzionante - le parole del presidente del Coni - Milano-Cortina 2026 dovrà dunque trovare una sede fuori dall’Italia e stiamo già lavorando per sondare tutte le possibili alternative assieme al Cio e alle federazioni. Ovviamente una decisione di questo tipo avrà conseguenze sul budget del Comitato Organizzatore”. E’ emerso un problema di costi e tempistiche sulla pista di Cortina. Il Governo avrebbe dovuto inserire altri finanziamenti, probabilmente circa 40-50 milioni di euro in più, con costi complessivi di circa 140 milioni di euro, e alla fine anche il governatore del Veneto Luca Zaia ha dovuto arrendersi. Fino all’ultimo il presidente si è speso, ma alla fine è stato perso tempo fin dal giorno dell’assegnazione dei Giochi e la Simico del commissario Sant’Andrea ha cercato invano un costruttore disposto a sobbarcarsi la costruzione della pista, ma niente da fare.  

Si era proposta Cesana, alla fine tutti a St. Moritz

Tutti gli indizi ora lasciano pensare alla scelta di St. Moritz in Svizzera. La località è vicina all’Italia, la pista è pienamente funzionante e gli spostamenti non sarebbero così costosi. Vicina a Livigno, St. Moritz appare anche la candidata più apprezzata dal Cio a guida Thomas Bach e con ogni probabilità sarà la scelta definitiva. Sia era proposta Innsbruck ma tra spostamenti, trasporti e quanto altro ci sarebbe stato un problema di costi e inquinamento. Si sarebbe anche riproposta Cesana, reduce dalle Olimpiadi 2006 con una pista ora in disuso, ma anche questa pista è stata giudicata impraticabile dal ministro Abodi perché troppo costosa. Non resta dunque che St. Moritz.  

Mai accaduto alle Invernali, due volte in quelle estive

Nel suo piccolo, ma al negativo, il trasferimento delle gare da Cortina all’estero porta all’Italia un record. Mai nella storia delle Olimpiadi Invernali, 102 anni di edizioni, era successo che alcune gare non venissero ospitate dal paese organizzatore. Era accaduto invece due volte in quelle estive, ma solo nelle prime edizioni. Ad Anversa nel 1920 le gare di Vela vennero disputate in Olanda, mentre a Melbourne nel 1956 non si tennero le gare di cavalli per problemi di importazione e così fu scelta Stoccolma in Svezia.  

Per fortuna a Cortina ci sarà lo sci

Tolte tre attrazioni principali a Cortina, che ha ottenuto le Olimpiadi in coabitazione con Milano, ora rimangono solo due discipline. Niente bob, skeleton e slittino, per fortuna c’è l’Olympia delle Tofane che sarà teatro delle gare di sci alpino femminile, uno dei movimenti più ricchi di successi tra gli sport invernali italiani. Si spera nella presenza di Goggia, forse di Brignone, sicuramente di Bassino, su una pista che è teatro naturale splendido e tecnico per uno spettacolo, si spera, assicurato. La tappa di Cortina è anche ormai storica pure nella Coppa del Mondo di sci e la località veneta dovrà aggrapparsi a questo dopo il trasloco delle gare su budello. Impatti anche a livello economico. Ovviamente il budget sarà rimodulato dopo la decisione di andare all’estero e anche sul villaggio olimpico si pensa ad una riduzione rispetto ai 1400 posti originariamente previsti. Costi inferiori, ovviamente, ma quasi certamente anche guadagni inferiori. L’Italia dunque si sveglia con il primo problema organizzativo, un trasferimento obbligato di alcune gare dell’Olimpiade fuori dal suolo organizzatore. E che sarà un monito in vista degli Europei 2032 di calcio assegnati in coabitazione tra Italia e Turchia. L’annoso problema stadi coinvolge ancora il bel paese che dovrà farsi trovare pronto. E per fortuna che la candidatura è stata congiunta perché il rischio di non avere avuto dieci stadi moderni o ammodernati, pronti per il 2032, sarebbe stato alto. Milano-Cortina si sveglia dunque azzoppata, una notizia che oggi appare clamorosa ma che era nell’aria già da diversi mesi. E come si sia arrivati a questa situazione è la parte ancora più tragica della faccenda. Basti pensare che l’assegnazione di Milano-Cortina 2026 è datata 24 giugno 2019, quattro anni e mezzo fa e con sette anni a disposizione per arrivare pronti alle Olimpiadi. Tempo buttato. Ora, scherzando ma neanche tanto, bisognerà chiamarle Olimpiadi di Milano-Cortina-St. Moritz…

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