Palumbo tra i grandi, canarino dell’anno bis: "E magari in futuro lo diventerò ancora"
Il centrocampista si è confermato il giocatore con la media voto più alta: "Ma ora arrivano i gol di Pedro". Mercato: "Non mi distrae"
di Alessandro Bedoni e Alessandro Troncone
Canarino dell’anno per la seconda volta di fila (media di 6.55 nell’anno solare), solo Frezzolini seppe ottenere in due anni consecutivi questo riconoscimento. Non solo, Antonio Palumbo può dirsi ormai giocatore tra i più amati della piazza, status conquistato a suon di prestazioni di cuore e qualità, sempre riconosciute da chi siede al Braglia. Capocannoniere (ma avrebbe preferito fosse l’amico Pedro Mendes), i suoi numeri continuano a crescere e di pari passo vanno le ambizioni. A 28 anni chi non vorrebbe andare in A, ma la sincerità con la quale parla di Modena deve far stare tranquillo ogni singolo tifoso. Il sogno, il più grande, è raggiungerla con la maglia canarina.
Palumbo, uno dei pochi a vincere due volte. Che significato ha per lei?
"Di sicuro importante. Vuol dire che viene apprezzato ciò che faccio e indubbiamente mi rende soddisfatto ed orgoglioso".
Con la seconda media voti più alta degli ultimi anni
"Speriamo di continuare così allora e di migliorarla. Chissà, magari vincerò di nuovo in futuro...".
Che rapporto ha con le pagelle?
"Non è una cosa a cui tengo particolarmente, ma mi piace far ricredere le persone che non nutrono fiducia in me. Le leggo in giro, le guardo per capire e leggo le motivazioni, sono curioso di sapere se io e chi scrive pensiamo la stessa cosa".
È un voto che rispecchia il suo percorso o si aspettava di più?
"Considerando che nel ritorno dello scorso campionato abbiamo fatto pochi punti, è giusto. Sono riuscito a tenere comunque una media alta. Io capocannoniere? Perché Pedro Mendes ha saltato molte partite. Solo per quello. Le occasioni se le crea, non avrà problemi a segnare".
Dal 2025 cosa si aspetta?
"Intanto speriamo di riprendere con una vittoria a Palermo per iniziare col piede giusto. Poi, spero le cose possano andare meglio del girone d’andata, abbiamo fatto un po’ fatica".
Ormai lei è tra i più rappresentativi. Cosa non è andato con Bianco e Bisoli?
"Con Bianco eravamo entrati in un tunnel, nel senso che non riuscivamo più a fare risultato nonostante tante buone prestazioni. Stessa cosa con Bisoli, alcune partite avremmo meritato di vincerle, come Cesena o Catanzaro. È stato anche sfortunato, ci sono state settimane nelle quali ci allenavamo in 11 compresi i ragazzi della Primavera. Ora il livello si è alzato grazie ai rientri, non perdiamo e abbiamo acquisito fiducia".
Sa che Mandelli ha vinto questo premio nel 1996? Potrà vantarsi di averne due...
"Sono in vantaggio, e lui non potrà più partecipare. Tra l’altro lui l’ha vinto l’anno della mia nascita".
La vittoria del derby era un tabù, anche vincere al Barbera lo è...
"Quando vinci il derby è sempre bello, qui non si vinceva a Reggio da 74 anni. Porta serenità, ci viene riconosciuto, la gente viene allo stadio e noi scendiamo in campo fieri. Le partite successive abbiamo avuto consapevolezza. A Palermo ci crediamo, perché non dovremmo? Lucarelli, a Terni, ci ricordava sempre da quanti anni la Ternana non vinceva su vari campi... le battemmo tutte".
La sua stagione sarà soddisfacente, se...
"Se replicassi i numeri del girone d’andata, altrimenti avrò fatto male quello di ritorno".
Lei è spesso al centro di voci di mercato. Come le vive e cosa si sente di dire?
"Non ci penso, non è una cosa che mi distrae, non mi sveglio la mattina sperando di ricevere un’offerta. Qui sto bene, vivo bene, la gente mi apprezza e prima di andare via da qui deve presentarsi qualcosa di molto importante, altrimenti non ci penso. Dovesse arrivare la serie A, so che ne parleremmo con la massima sincerità col club, ma non è nei miei pensieri. Normale che l’obiettivo di ognuno di noi sia la A... magari ci andrò col Modena".
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