"Questo è il nostro trampolino per Parigi"

Il dt della nazionale maschile Giuseppe Cocciaro: "Abbiamo preparato due obiettivi, giocare in casa è una responsabilità"

di DORIANO RABOTTI -
20 aprile 2024
"Questo è il nostro trampolino per Parigi"

"Questo è il nostro trampolino per Parigi"

Il suo è un mestiere difficilissimo, anche se molti lo invidiano per i suoi successi. Perché Giuseppe Cocciaro, marchigiano di Porto San Giorgio trapiantato a Fano, 64 anni, è il direttore tecnico della nazionale italiana maschile di ginnastica artistica.

Cocciaro, come si prepara un anno con due appuntamenti come Europei e Olimpiadi?

"È chiaro che i Giochi sono più importanti, ma l’Europeo in casa da detentori del titolo è qualcosa di speciale, dobbiamo essere all’altezza. La preparazione è differente rispetto agli anni in cui c’è solo una manifestazione. Alla palestra federale di Porto San Giorgio stiamo ultimando il lavoro sapendo che dopo due mesi e mezzo c’è Parigi".

Sul piano fisico si recupera. Il problema è più psicologico.

"Dopo gli Europei i ragazzi avranno un periodo di riposo attivo, poi inizieremo a lavorare in modo più pesante. Tenendo conto anche del fatto che 11 ragazzi su 12 non hanno mai fatto le Olimpiadi, l’unico è Lodadio".

Quindi lavorerete soprattutto sulla testa.

"L’Europeo è una tappa in cui potrò verificare i sei ragazzi, io spero che per noi sia un campionato lungo, vorrebbe dire che siamo arrivati alle finali e a livello psicologico è una bella prova generale. Ma gli ottimi risultati degli ultimi anni ci dimostrano che abbiamo sempre azzeccato la preparazione. Ora tocca a me, spero di aver azzeccato le scelte".

Lei deve decidere chi sta dentro e chi fuori. Dorme bene?

"No. Ma fortunatamente ho grandi problemi perché ho tanti ragazzi che potrebbero aspirare a far parte della squadra, quelli che sono rimasti fuori sono all’altezza di quelli che vengono scelti. Il mio compito è scegliere la squadra migliore, ma in casi come le Olimpiadi dove le medaglie contano, bisogna ragionare anche sugli individualisti...Non è semplice".

Perché il vostro è uno sport individuale e di squadra allo stesso tempo.

"Sì, ma anche se l’atleta è da solo nel suo esercizio, i compagni lo supportano moltissimo. Certo non puoi fare un passaggio al compagno come nel calcio o in altri sport, ma lo spirito di squadra è importante, il clima aiuta a lavorare meglio sia negli allenamenti che in gara".

Come si allena la forza mentale?

"È stato il mio primo obiettivo, ho trovato una squadra disgregata nella transizione tra il gruppo dei senatori e quello nuovo. Ho cercato subito di riunire tecnici e ginnasti per fare un gruppo unico. C’è voluto qualche anno, ma ora si aiutano tutti tantissimo".

Cocciaro, i ragazzi di oggi sono diversi?

"Molto, è cambiato il mondo. Io sono nella ginnastica da 55 anni. Penso che oggi in Italia si viva troppo bene, i giovani hanno tutto e non è facile affrontare uno sport come il nostro, che è fatto di grandissimi sacrifici. Una volta c’era più fame, è più difficile accettare le regole a pancia piena".

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