SailGP: Tita ha una carica olimpica: "Palestra importante per la Coppa America"

Il talento della vela, due volte medaglia ai giochi, sarà il timoniere del team italiano guidato da James Spithill

di GIANLUCA SEPE
21 novembre 2024
Ruggero Tita al Molo Ichnusa durante il varo della nuova Luna Rossa

Ruggero Tita al Molo Ichnusa durante il varo della nuova Luna Rossa

Roma, 21 novembre 2024 – Uno dei talenti più cristallini della vela italiana ed internazionale tra le punte di diamante della prima squadra italiana del SailGP. Ruggero Tita è pronto ad una nuova avventura per mare, questa volta a bordo dei catamarani F50, volanti ovviamente, per lui che è uno specialista dei foiling. Dopo la campagna di America’s Cup con Luna Rossa, il velista di Rovereto sarà il perno del RedBull Italy SailGP Team con l’obiettivo di essere subito competitivi e aggiungere un altro alloro al suo palmares già ricchissimo.

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Un 2024 da incorniciare per lei, dal titolo mondiale alla Coppa America. Ora il SailGP, come sta vivendo quest’annata?

“E’ stato un anno veramente incredibile, ricchissimo di emozioni e adesso, il SailGP con un team italiano, uno dei miei sogni. Esserci come Italia mi riempie di orgoglio, abbiamo cercato di fare un team per quanto più possibile di italiani, abbiamo delle figure molto esperte. C’è Jimmy (Spithill) che sarà nel ruolo di CEO ma che non si risparmia a venire in gommone, a guardarci e darci i suoi consigli. Abbiamo Philippe Presti, coach di Luna Rossa, Kyle Langford, australiano, che ha vinto tre volte in SailGP. Gli altri italiani li conoscete, Andrea Tesei che già faceva flight controller su Luna Rossa e adesso sarà con noi con lo stesso ruolo. Abbiamo Marco Celon, Enrico Voltolini nella posizione di G2 e poi Alex Sinclair, uno dei più esperti del circuito. Quindi sicuramente è un team eccezionale, in cui cade benissimo anche Giulia Fava che ha vinto sempre con Luna Rossa la Women's America Cup”.

Un team così forte può già vincere dunque?

“Ci vorranno tante ore in acqua, tanti eventi e fare un po' di esperienza insieme per riuscire poi a fare in modo di costruire l’amalgama giusta. Così potremo avvicinarci al livello dei primi perché abbiamo visto in acqua che il livello dei top team è veramente altissimo e sarà veramente difficile con le poche ore di allenamento. Però l'idea è di provarci, con il massimo delle energie. I ragazzi che stanno lavorando alla barca ce la mettono tutta. Sarà veramente una bella avventura”.

L’esperienza in Coppa America le sarà utile?

“Sicuramente sarà importante anche se qui si parla di catamarani. Si tratta comunque di barche ad altissime prestazioni e quindi sicuramente tutta l'esperienza accumulata sarà importante e qualcosa da mettere a disposizione di questo team”.

Cosa cambierà invece?

“Si svolge tutto molto rapidamente, con regate da 13-15 minuti e ovviamente tanto fa la partenza, riuscire a uscire dalla linea davanti crea già una gran bella percentuale di sicurezza nel risultato. Ovviamente sono regate in cui tutto succede in un attimo di secondo, l'intensità è altissima, bisogna prendere decisioni giuste al momento giusto e cercare di navigare pulito. All'inizio non sarà facile, diciamo che gli esperti su queste barche, quelli che hanno tante ore, sono in gran vantaggio perché le ore di allenamento qua praticamente non ci sono, si fanno soltanto gli eventi, quindi se arriva il giovedì se va bene, si fa qualche ora in acqua, il venerdì c'è il practice race, il sabato e domenica regate e lì finisce, quindi non ci sono veri allenamenti”.

L’America’s Cup rimane sempre un obiettivo però, questa sarà anche una palestra importante?

“Assolutamente sì, io sono convinto che un po' come tutti i timonieri e gli altri membri dell'equipaggio che lavorano e che si allenano e che navigano con il SailGP, che sia proprio un'ottima piattaforma per preparare poi la Coppa America. Abbiamo visto che tutti i top team di Coppa hanno un team qui e questa deve essere per noi una piattaforma per migliorare, per allenarci, per restare attivi dal punto di vista delle legate che intanto la Coppa non permette di farlo e quindi assolutamente penso che sia un grandissimo aiuto per arrivare poi alla Coppa più pronti, più preparati e con più possibilità di vincere”.

Non abbandonerà nemmeno il Nacra però.

“No, quello che non sappiamo ancora quali saranno le date della Coppa, bisognerà un po' attendere e vedere come si organizzerà il calendario dei prossimi anni, però quello che sento è di avere ancora tanto da dare e da prendere dalle classi olimpiche. Quindi non è assolutamente un'avventura chiusa, anzi, per il momento i miei Nacra sono fermi, sono in garage, ricoverati per l'inverno ma pronti a tornare in acqua appena ce ne sarà l’occasione”.

Un’ultima domanda. E’ abituato a essere sempre protagonista e vincente, quanto è stato difficile stare in “panchina” in America’s Cup?

“Arrivavo dall'oro olimpico, quindi è il momento più alto della carriera di un atleta. Hai tutto il mondo intorno a te e questo entusiasmo si è schiantato sul muro del fatto di essere in panchina con Luna Rossa. Non è stato un momento facile, lo confesso. Dall'altra parte però mi sono rimboccato le maniche e ho detto ‘cosa posso fare per il team in questo momento?’, Qual è la cosa migliore che posso offrire?’ In realtà non sono stato a terra, sono andato in acqua e ogni giorno sono stato in gommone, saltavo a bordo quando i ragazzi si fermavano, con un tablet gli dimostravo le varie situazioni, il vento, le mosse degli avversari eccetera, quindi ho cercato il più possibile di dare una mano anche se non in un ruolo in acqua, ma per cercare in qualche modo di fare i migliori risultati possibili”.

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