Yumin Abbadini: "Siamo una squadra, a Parigi va chi lo merita"

L’azzurro è concentrato sugli appuntamenti: "Il pass per i Giochi non è individuale, ma non ci sono tensioni. Saremo pronti"

di GIULIANA LORENZO -
30 marzo 2024
"Siamo una squadra, a Parigi va chi lo merita"

"Siamo una squadra, a Parigi va chi lo merita"

Bergamo, 30 marzo 2024 – Entrare nella vita di un ginnasta non è impresa semplice. Forse per questo Yumin Abbadini è legato sentimentalmente alla collega Elisa Iorio, perché solo chi prova la fatica di raggiungere la perfezione di ogni singolo gesto può capire quanta dedizione ci sia. Bergamasco, classe 2001, ha per il momento messo in pausa gli studi di Ingegneria Informatica per concentrarsi sugli Europei di Rimini e sui 5 cerchi. Di origini cinesi, quando può si rilassa con manga e anime, ma per il resto è focalizzato solo sulla pedana.

Yumin, come sta andando in vista dell’Europeo?

"Sto bene, la preparazione è iniziata a fine 2023 con esercizi un po’ diversi: ho cercato di aumentare le difficoltà. Li ho già portati sia in Serie A che in Nazionale, ora li sto stabilizzando. Mi sento abbastanza pronto. In vista dell’evento lavorerò in modo diverso pulendo gli esercizi".

Arrivate a Rimini, come squadra, da campioni in carica…

"Dobbiamo cercare di difendere il titolo: stiamo crescendo e migliorando. Possiamo fare un bel risultato e stiamo lavorando bene. Siamo un bel gruppo. Non ci alleniamo così spesso insieme, solo magari una volta al mese con i raduni, ma siamo uniti e ci sosteniamo a vicenda, soprattutto quando ci sono difficoltà".

C’è il pass per Parigi, ma non è nominale: come la vive?

"Il più serenamente possibile. Chi sarà pronto farà parte della squadra. Siamo tutti agguerriti in questo percorso di avvicinamento, ma allo stesso tempo ci supportiamo: è bello. Cerco di fare il meglio, è importante essere convinti del lavoro. Non ho pensato a come potrebbe essere, qualsiasi altra cosa sarà un valore aggiunto".

Che significa essere allenato da Alberto Busnari?

"La sua esperienza è di grande aiuto. So che ha vissuto molte cose che sto provando. Capisce come mi sento, spesso mi dà consigli, non solo a livello tecnico, ma anche per l’approccio mentale alle varie difficoltà che magari sul momento non riesco a gestire. Con il tempo sono migliorato, inizialmente avevo preoccupazioni o ansie in base alle gare che non vivevo nel migliore dei modi. Ora, anche grazie a lui, ho capito come approcciarmi alla competizione, vivendola serenamente. Se si è pronti non bisogna avere dubbi".

Su che attrezzo si sente più sicuro?

"Direi sbarra e cavallo, su cui sono più forte e in cui riesco ad esprimermi di più come difficoltà tecnica. Negli altri non faccio esercizi di così alta difficoltà, punto sulla pulizia del movimento".

Dopo il sesto posto al Mondiale, Chechi ha detto che lei è il futuro di questo sport, come vive i complimenti?

"Mi fanno molto piacere. I risultati mi danno più sicurezza e mi spronano a fare meglio. Si può far sempre meglio, sono ancora più motivato".

Come ha iniziato con la ginnastica?

"Ho cominciato nel 2006/2007. Da piccolo ero iperattivo. Un giorno, per caso, al parco, un signore ha consigliato a mia mamma l’artistica e da lì ho continuato e sono arrivato fino a qua. Non so quando abbia davvero realizzato che potesse essere la mia vita, forse dopo le prime gare con la Nazionale. Ho preso lì consapevolezza che quella era la mia strada e ho fatto di tutto per raggiungerla".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su