Tamberi vince e salta nel futuro: "Dopo Parigi potrei continuare"

Successo in Diamond League in Polonia a 2,31: "Ora penso al Golden Gala, devo curare il mio corpo"

di DORIANO RABOTTI
26 agosto 2024
Tamberi vince e salta nel futuro: "Dopo Parigi potrei continuare"

La grinta di Gianmarco Tamberi, capace di tornare subito alla vittoria

Sentite, siete liberissimi di pensarla come volete, sul conto di Gianmarco Tamberi. Potete dire che esagera con l’ostentazione della propria vita privata sui social, che ha un bisogno di teatralità che a volte lo rende indigesto. Ma in fondo che cosa chiediamo, noi guardoni dello sport, ai campioni? Di farci vivere emozioni non banali, no? Di farci pensare, alla fine: cavolo, ho visto anche questa. Di ricordare quanto ci batteva forte il cuore, quel giorno.

Ecco, allora al Tamberi che a due settimane dalla finale dei Giochi maledetti, da quel 10 agosto in cui ha passato più tempo in ospedale che in pedana, riesce a vincere in Polonia a Chorzow in Diamond League, dovremmo dire tutti grazie per le emozioni. Gli è bastato un 2,31 con il quale a Parigi non sarebbe salito sul podio, poi una volta battuti tutti i rivali (compreso l’oro dei Giochi Kerr) ha provato proprio a dimostrare quello, che era pronto per una medaglia a cinque cerchi: ha fallito due volte a 2,38 e una a 2,40, sarebbe stato il primato italiano, ma non è arrivato. Il tutto dopo averci fatto vivere la solita altalena nervosa, rischiando di uscire a 2,18, superato al terzo salto, passando facile 2,22, saltando 2,26 al secondo e decidendo, dopo aver fallito il primo a 2,29, di passare a 2,31. Superato all’ultima occasione disponibile, ma è bastato per battere il giamaicano Beckford e l’ucraino Doroshchuk fermi a 2,29. Ovvia la domanda a fine gara per il Gimbo nazionale: "Il mio futuro? E‘ presto per rispondere, sono concentrato sui prossimi impegni. Voglio prendere del tempo per decidere, ma magari la brutta esperienza di Parigi mi darà la forza per continuare. Adesso sarò in pedana all‘Olimpico e speriamo che ci siano meno alti e bassi come nell‘ultimo periodo. Mi devo prendere cura del mio corpo e della mia mente in questi giorni ma so che a Roma, adesso, il pubblico si prenderà cura di me", ha concluso, dando l’appuntamento al Golden Gala di venerdì sera. "Tornato da Parigi, non mi riconoscevo. Qui mi sentivo un ragazzino fuori posto, invece esco con una buona misura e buoni tentativi a misure molto molto alte. Sento ancora dentro una fame e una voglia di fare che probabilmente non avrei se fosse andata bene a Parigi".

A Chorzow sono tornati anche Marcell Jacobs, quarto sui 100 con 9.93, dietro Kerley a 9.87, Omanyala e Blake. Terzo nel peso Leonardo Fabbri, con 22,03, dietro Crouser a 22,12 e Kovacs a 22,14. Da segnalare il record del mondo di Jakob Ingebrigtsen sui 3.000 metri in 7’17“55, oltre tre secondi meno del 7’20“67 di Daniel Komen, nel 1996. E anche quello di Duplantis nel salto con l’asta con 6,26. È il vero erede di Bubka, anche nell’ascesa centimetro dopo centimetro...

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