Un derby senza scherzetto. Ma c’è chi vede le streghe
Come da pronostico: quella del Sassuolo è la miglior rosa del torneo. I blackout difensivi della squadra di Bisoli sono spaventosi, come la classifica.
Nessuna sorpresa, ma tante conferme, per qualcuno positive, per altri meno: l’eredità del derby di ieri al Mapei Stadiun è, di fatto, in una serie di impressioni che suffragano sensazioni già evidenziate nell’ultimo mese di campionato.
La prima è che il Sassuolo ha effettivamente la miglior rosa del torneo, e il discorso non vale solo per le stelle più brillanti e note, perché la profondità dell’organico consente a Grosso di potersi affidare anche ai vari Iannoni, Ghion e Muharemovic, per citarne tre, senza inceppare né rallentare i meccanismi di gioco o alterarne la qualità, riuscendo comunque a dettare il ritmo. I big, poi, rappresentano un valore aggiunto sul quale pare pure superfluo soffermarsi, ma la realtà è questa e aiuta a spiegare facilmente anche il motivo per il quale il Sassuolo può giocare senza frenesia anche una partita non semplice come il derby, perché magari il vantaggio su rigore (di Laurienté, in rete per la terza partita consecutiva per la prima volta in carriera) può essere figlio di un episodio, ma quando si può disporre di chi, con una giocata, poi la partita la chiude segando le gambe agli avversari con un colpo da biliardo – il mirabile sinistro di Thorstvedt – nel momento giusto, beh, allora è tutto molto meno complicato. Se a ciò si aggiunge che Berardi è ancora a mezzo servizio, ma già pesa tantissimo in termini di creatività e gestione, allora è fatta.
La seconda considerazione riguarda i blackout difensivi che il Modena paga carissimi anche in termini di una classifica che, con Halloween alle porte, ora fa davvero paura: non che fosse facile avere di fronte il tridente neroverde, soprattutto analizzando i numeri recenti dell’attacco del Sassuolo, ma la retroguardia gialloblù in definitiva ha retto bene, non fosse per quel doppio errore letale, stavolta di Zaro: appoggio sbagliato e fallo da rigore. A guardare le statistiche finali regna l’equilibrio, ma avendo visto la partita quelle cifre si sciolgono nell’evidenza che in campo di sono affrontate una squadra psicologicamente consapevole della propria forza, quella di Grosso, e una che non sempre sa come mettersi alle spalle un evento negativo, quella di Bisoli.
La terza considerazione riguarda Moldovan, che sui tentativi da fuori nati dalle ripartenze del Modena è stato sempre efficace e può iniziare a essere considerato un vero colpo di mercato. In un’estate nella quale la situazione dei portieri in neroverde appariva un romanzo, la conclusione con l’arrivo del numero 31 dall’Atletico Madrid si sta rivelando la ciliegina sulla torta di una rosa che, così, in B non ha davvero nessuno, e oggi che la squadra vive un ottimo momento di risultati e forma, l’essere sopra la media risalta ancora di più. Anche per questo viene difficile imputare al Modena colpe particolari, ma la classifica di queste considerazioni si disinteressa e a questo punto, con un calendario non semplice davanti, non farsi risucchiare dal pessimismo diventa fondamentale.
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