Bologna, Ndoye a cuore aperto: "Mi dicevano che non avrei fatto il calciatore, oggi gioco in Champions...”

Dalla ritiro della sua nazionale, l'esterno svizzero ha parlato della sua crescita e dell'interesse di squadre di livello internazionale: “So di poter giocare in un club di livello mondiale”

di GIANLUCA SEPE
9 ottobre 2024
-ZCP-BOLOGNA - PARMA Campionato di calcio serie A 06-10-2024

Ndoye è stato un punto di forza del Bologna di Thiago Motta e lo è anche oggi nella squadra di Italiano

Bologna, 9 ottobre 2024 – L’avvio di stagione del Bologna di Vincenzo Italiano sta vivendo momenti di alti e bassi. Nel cantiere rossoblù dove il tecnico di Karlsruhe sta cercando la giusta alchimia, c’è una grande certezza: Dan Ndoye. L’esterno svizzero è tra i più in palla, sempre capace di saltare l’uomo e autentica spina nel fianco delle difese avversarie.

Dal ritiro della nazionale elvetica, il jolly offensivo ha parlato di questa stagione, mostrando grandi ambizioni e la volontà di crescere ancora, anche alla luce dell’interessamento di diversi club internazionali attratti dalle sue giocate: “Non metto barriere sulla mia strada. Sto lavorando per giocare nella mia posizione in un club di livello mondiale perché so di avere le capacità per farlo. A scuola mi dicevano che era impossibile diventare calciatore professionista, invece eccomi qui e titolare in una squadra che fa la Champions League. La strada è buona, sto imparando tanto, ma c’è ancora molta strada da fare”. 

Ndoye ha parlato del suo processo di crescita, di come abbia fatto tesoro dei momenti difficili e sia riuscito a crescere imparando giorno dopo giorno, continuando a puntare in alto: “Quando conosci gli alti e bassi che ho dovuto affrontare, le nuove sfide che ho dovuto affrontare ogni anno. Ci sono stati momenti in cui è stato davvero complicato. Tutto questo mi ha permesso di rafforzarmi”.

L’esterno svizzero ha poi parlato anche delle difficoltà del campionato italiano e di come i difensori in Serie A siano abituati ad avere a che fare con giocatori di grande livello: “Giocare contro squadre di livello mondiale, è così che impari, nessuna partita è facile. Ti trovi di fronte a un blocco basso, contro cinque difensori che sono abituati ad affrontare Leao ogni fine settimana. Ho dovuto adattarmi, cambiare il mio dribbling”.

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