Italiano, punto di ripartenza. "I miei ragazzi erano rammaricati. Io sono contento della prestazione, voglio rivederla anche in trasferta»
L’analisi del tecnico del Bologna: "Potevamo vincere, dobbiamo essere più concreti. Ma la strada è giusta"
"Bravi tutti, faccio i complimenti ai miei ragazzi. Oggi potevamo vincere, ma per farlo dobbiamo migliorare negli ultimi metri. Però mi tengo stretta la prestazione e da quella riparto".
Ha ragioni da vendere Vincenzo Italiano a sprizzare ottimismo da tutti i pori se la pietra di paragone è il Bologna impresentabile dei primi settanta minuti di Como. Ma il calcio prevede anche la fase della finalizzazione ed è un peccato dimostrarsi superiori all’avversario nella prima notte di Champions e poi tornare a casa con un pugno di mosche. Cerca appigli positivi a cui aggrapparsi il tecnico rossoblù, che probabilmente ha ancora negli occhi la prestazione di Como.
"Sono contento che qualcuno di voi si sia accorto – dice rivolto ai giornalisti – che rispetto a quattro giorni fa qualcosa di diverso si è visto. Ma ad essere cresciuta adesso è la condizione: sono stato calciatore anch’io e so cosa vuol dire entrare in forma. Adesso che cominciano a girare le gambe a fare la differenza saranno la concentrazione, l’attenzione e l’atteggiamento. Sapevo bene che questa squadra in casa ha uno spirito diverso e fa ottime cose: ma non esistono solo le partite in casa, questo atteggiamento dovremo portarlo in giro per l’Italia e per l’Europa".
Dopodiché esiste il muro dello Shakhtar: e il Bologna ha provato inutilmente a trovarvi una breccia. "I ragazzi sono un po’ rammaricati – ammette Italiano – perché questa partita potevamo e dovevamo portarla a casa. Abbiamo attaccato bene su entrambe le corsie (in realtà molto meglio a sinistra che a destra, ndr) ma quando arrivano le opportunità dobbiamo sfruttarle".
La lingua batte dove il dente duole: le occasioni sprecate da Castro nel primo tempo e da Fabbian nella ripresa.
"A Castro è capitata la stessa occasione che aveva avuto col Napoli – riflette a voce alta il tecnico –, ma non gli è riuscito di alzare il pallone. Quanto a Fabbian, sulla torre di Moro doveva attaccare la porta un po’ prima, invece ha lasciato al portiere il tempo di uscire e allargare le braccia".
Dettagli, che però ti fanno vincere o perdere le partite. Sulla ruota del Dall’Ara, invece, ieri è uscito un pareggio che fa dire a Italiano che "è stato un buon esordio". Esordio positivo oppure occasione persa, considerato che al Dall’Ara in Champions non si presenteranno tanti avversari così remissivi come gli ucraini? "Il rigore parato da Skorupski nei minuti iniziali è stato fondamentale – aggiunge il tecnico – perché andare subito sotto avrebbe cambiato la partita. Devo dire che su quel lancio lungo non siamo stati bravi a percepire il pericolo: ma è stato l’unico errore di reparto all’interno di una prestazione in cui la difesa non ha sbagliato nulla".
In realtà è un giudizio di manica larga nei confronti di Posch, ancora una volta lontano parente del miglior Posch. "L’ho visto un po’ meglio che a Como – chiosa Italiano –. Ma anche lui sa che può dare molto di più. Oggi è stato bravo a gestire l’ammonizione presa dopo due minuti. In panchina ho fatto subito scaldare Holm, perché non volevo correre rischi (rischi di secondo cartellino giallo per il nazionale austriaco, ndr): ma alla fine non c’è stato bisogno di fare il cambio".
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