Cutrone profeta in patria. Como può dargli l’azzurro
L’exploit precoce col Milan, le difficoltà in Premier, la discesa in Serie B. La città natale ha ridato serenità alla punta che ora sogna la nazionale.
Patrick Cutrone è già a quattro reti nella classifica marcatori di Serie A, in coabitazione con Retegui, Vlahovic, Thuram e Pulisic. Che fosse ritornato quello che era al Milan, prima della cessione al Wolverhampton, lo si era già capito la scorsa stagione, quando ha vinto il premio per il miglior giocatore della serie B e portato il Como in A a suon di gol. Le reti di Cutrone potevano essere sei, dopo il rigore fallito al 90’ a Udine e l’autogol contro il Bologna per un tocco finale di Casale, con palla quasi in rete. L’attaccante comasco è da anni sulla piazza, ma bisogna tenere conto che ha solo 26 anni ed è esploso nel Milan giovanissimo nel 2016, a soli 18 anni, dopo essere stato scovato dall’osservatore rossonero Rampoldi a Parè, in una squadra dilettantistica alle porte di Como. A favorire questa resurrezione, dopo annate deludenti in Inghilterra, a Valencia, alla Fiorentina e a Empoli, c’è sicuramente il gioco di Fabregas e il 4-2-3-1, dove agisce da unica punta, con dietro Strefezza, Paz e Fadera a servigli sempre palloni invitanti.
Cutrone, che avanti di questo passo rischia di diventare un candidato anche per la nazionale italiana, ha dimostrato di saper giocare e segnare anche in coabitazione con un’altra punta: lo scorso anno con Cerri e Gabrielloni, in questo campionato con Belotti, giocando però alle spalle della punta centrale, non al suo fianco, svariando per tutto il campo. Le sue reti arrivano quasi sempre con tiri dalla media distanza, dopo aver scardinato anche le difese più arcigne. Le altre società, ad oggi, sembrano avere meno possibilità di un tempo di assicurarsi le prestazioni del bomber. Un po’ per le possibilità economiche della famiglia Hartono, che può permettersi il suo ingaggio e gli eventuali rinnovi, ma soprattutto per la volontà del giocatore, come si evince dalle sue ultime dichiarazioni. "Sono rinato anche perché a casa e nella città dove sono nato sono felice, sono orgoglioso di far parte di questo nuovo grande progetto del Como, dove mi sento in famiglia - dice -. Forse mi sono un po’ perso negli anni precedenti, perché mi mancava questo. Mi entusiasma essere anche capitano della squadra, una responsabilità, che però mi dà anche una grande forza. Ho voglia di riprendermi tutto quello che ho perso per strada, in queste stagioni, e lo posso fare con il Como. Giocare con la maglia della tua città e davanti ai tuoi tifosi ti dà una carica immensa e quando scendi in campo avverti tutta questa energia positiva. Nazionale? Ho giocato solo una partita contro l’Argentina e molte con le giovanili. Tornarci è un mio sogno".
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