Empoli e la salvezza, Gigi Cagni è sicuro: "Conta farsi trovare pronti a primavera"
L’ex allenatore azzurro: "Sarà decisiva l’esperienza dei veterani. La qualificazione europea nel 2007? Lavoravamo tanto ma ci divertivamo"
di Ilaria Masini
Ottantadue panchine in azzurro, a Empoli Gigi Cagni sarà sempre ricordato come l’allenatore che ha portato l’Europa. Con lui facciamo un bilancio della prima parte di stagione della squadra di Andreazzoli.
Come valuta il girone d’andata dell’Empoli?
"Il primo dato da analizzare e da mettere a posto è quello delle reti fatte e subite. Se incassi più di 30 gol e ne realizzi appena 10, c’è qualcosa che non va ed è una questione di equilibrio che va tenuto sempre per gli interi 90 minuti".
Quanto è decisiva la trasferta con il Verona di sabato?
"È una gara da vincere, ma ancor più da non perdere. Dobbiamo capire il valore del pareggio. Da quando ci sono i 3 punti, nel calcio si pensa soltanto a quelli ma conquistare anche un solo punto è fondamentale, ha una grande valenza e non solo per un discorso di classifica".
A livello mentale?
"Certo. Io ho portato avanti una battaglia dialettica con Zeman perché lui diceva che perdere 1-0 o 5-0 è uguale, ma non è così. È un fatto che si comprende difficilmente, però il punteggio è determinante, anche perché ogni gol subito è un errore e se ne subisci tanti vuol dire che hai moltiplicato gli sbagli. Una debacle incide molto di più di una sconfitta nella testa di un gruppo".
Qual è secondo lei il punto debole dell’Empoli?
"È una squadra molto giovane e poi c’è da considerare la partenza di Vicario che è un portiere che incide quanto un goleador. A cui si aggiunge pure quella del terzino sinistro Fabiano Parisi che è stata determinante. A Empoli é giusto fare così ed è sempre stato fatto, poi però ci possono essere dei contraccolpi strutturali".
E quale può essere la forza degli azzurri?
"L’esperienza dell’allenatore è fondamentale e anche l’ambiente che pur essendo passionale, non mette mai pressione. Questo è un altro punto a favore".
Chi sono i giocatori che possono dare una scossa?
"Credo che i "veterani" come Caputo in attacco e Luperto in difesa siano importanti per trascinare tutti e dare una mano ai più giovani perché altrimenti l’inesperienza si paga".
Cosa si aspetta dal mercato di gennaio?
"Anche in questo caso è importante l’esperienza di Andreazzoli che sa sicuramente cosa serve in questo momento. Il mercato invernale però è sempre difficile e raramente mette a posto delle situazioni. Sono delle eccezioni".
Sarà lotta per non retrocedere fino alla fine?
"C’è ancora tanto da battagliare nel girone di ritorno. Si deciderà tutto nelle ultime 7-8 partite e la chiave è farsi trovare pronti a primavera. Credo che saranno coinvolte nella salvezza anche più squadre rispetto a quelle che ci sono ora nelle zone basse".
Nel 2007 il suo Empoli ha fatto un’impresa storica arrivando in Europa. Quale era il vostro segreto?
"Avevo giocatori forti, senza i quali non vinci niente. Lavoravamo tanto ma ci divertivamo altrettanto. Un giorno durante l’allenamento ho radunato la squadra in mezzo al campo, ho detto "quest’anno possiamo fare il botto, io la vedo così. Non montiamoci la testa ma se continuiamo così…." e alla fine è arrivato davvero un traguardo straordinario".
Come era il rapporto fra lei e i giocatori?
"Loro si fidavano di me e parlavamo tanto. Erano uomini con cui poter dialogare, da Saudati a Buscé. Leader che adesso nel calcio non vedo quasi più. È cambiato tutto. E poi giocavamo bene e in modo offensivo. Con tre punte e mezzo ovvero Vannucchi che dava fantasia e ci metteva l’anima, divertendosi. Un gruppo straordinario".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su