Empoli, primi segnali di risveglio. Finalmente una partita da squadra. La perla di Dimarco fa felice l’Inter. Ma la strada è quella giusta
Gli azzurri danno la risposta che ci si attendeva, il gruppo di Inzaghi si deve aggrappare alla qualità dei singoli. Bene Ranocchia in regia, incoraggianti le prove di Baldanzi e Shpendi. Da mercoledì inizia un altro campionato.
di Tommaso Carmignani
Il problema restano i numeri. Cinque partite, cinque sconfitte, con zero gol fatti e tredici subiti. E’ la peggior partenza nella storia della Serie A, ma se dirigenti, giocatori e allenatore cercavano un segnale lo hanno trovato. Perché stavolta, a differenza delle prime quattro giornate, la squadra è sembrata una squadra e se c’è un uomo su questo pianeta in grado di raddrizzare una stagione che ha già preso una brutta piega è proprio quel vecchio volpone di Aurelio Andreazzoli. La scelta di affidarsi a lui per rimpiazzare quell’allenatore che Corsi e Accardi avevano scelto prima di dargli il benservito può aver fatto sorridere i più, ma la decisione del club è ponderata. Nonno Aurelio sa dove mettere le mani e infatti la sfida contro l’Inter, squadra oggettivamente ingiocabile per questo Empoli, ha mostrato che c’è almeno una strada da intraprendere. E’ quella del 4-3-2-1, con Baldanzi (nella foto sotto) e Cambiaghi stretti alle spalle del centravanti e una difesa maggiormente attenta e accorta rispetto a quella specie di banda del buco vista a Roma. Ne viene fuori una partita coraggiosa, anche se dall’altra parte c’è un avversario che in questo momento sembra onestamente troppo per chiunque, figuriamoci per chi è reduce da una batosta come quella dell’Olimpico e da un cambio di allenatore avvenuto in fretta e furia. E però anche i nerazzurri, per vincere, hanno bisogno di un colpo da novanta di quel Dimarco che già da queste parti aveva fatto intuire di avere un discreto mancino.
Quello che pesca dal cilindro al settimo del secondo tempo è una vera frustata per l’Empoli, anche perché arriva in un momento in cui la squadra di Andreazzoli stava provando perfino a mettere in difficoltà i nerazzurri. Il problema, manco a dirlo, resta l’attacco. Perché se è vero che la squadra, con l’esordiente Ranocchia (nella foto sopra) davanti alla difesa e Marin a ringhiare sui centrocampisti avversari, è più attenta nel limitare le incursioni avversarie, i problemi veri sono là davanti. Orfano di Caputo (problemi muscolari dell’ultima ora) Andreazzoli sceglie Shpendi e non Destro e piazza Cambiaghi e Baldanzi alle sue spalle. Il fantasista, schierato al centro e non sulla fascia, dimostra di trovarsi maggiormente a suo agio, ma anche il ragazzino arrivato dal Cesena mostra colpi interessanti. Il problema, anzi i problemi sono sostanzialmente due: il primo è il centrocampo che non accompagna e assiste a dovere, il secondo è la solidità di un’Inter che in questo momento sembra difficilmente impensieribile. E così, dopo il gol del vantaggio segnato da Dimarco in apertura di ripresa, i nerazzurri si permettono di amministrare abbassando e dosando i ritmi.
L’Empoli, che nel primo tempo aveva rischiato di andare sotto su un colpo di testa di Darmian salvato sulla linea da Ismajli e su alcune incursioni di Lautaro e Thuram, prova a rispondere come può, ma la verità è che di pericoli veri per la porta di Sommer non ne arrivano. Da apprezzare comunque lo sforzo che la squadra azzurra produce nel finale, soprattutto grazie ad un Baldanzi che in posizione centrale si muove di più e meglio rispetto a quanto visto nelle prime giornate. Arriva una sconfitta, ma stavolta non è il caso di far drammi. Il campionato dell’Empoli comincia mercoledì e con Salernitana, Bologna e Udinese all’orizzonte è lecito auspicare i primi punti. La strada si è già fatta in salita, ma Andreazzoli è appassionato di ciclismo e sa che le scalate non sono mai troppo impervie. L’importante, a un certo punto, è trovare il passo giusto. L’Empoli ora intravede la strada: mercoledì dovrà provare finalmente ad imboccarla.
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