Empoli salvato dal portiere. Una ripresa di grande sofferenza. Gli azzurri evitano la sconfitta ma stavolta un solo tiro in porta
Meglio nella prima frazione con Maldini e Cambiaghi che costruiscono due potenziali occasioni. Praticamente mai pericolosi nei secondi 45 minuti con Andreazzoli che alla fine bada a contenere .
di Simone Cioni
Alla fine lo scontro salvezza di Cagliari si è chiuso a reti bianche, lasciando più o meno intatta la situazione in fondo alla classifica. Se con la Lazio, nonostante l’oggettivo divario tecnico, l’Empoli si poteva rammaricare per aver raccolto meno di quanto seminato, alla Unipol Domus Arena la squadra di Andreazzoli ha fatto un passo indietro a livello di prestazione, confermando il continuo sali scendi sull’asticella del proprio rendimento. Dai 21 tiri scoccati verso la porta dei biancocelesti nove giorni fa all’unico spedito verso quella difesa da Scuffet, ad opera di Cambiaghi. Al netto di un primo tempo in cui gli azzurri gestiscono di più e meglio la palla, capitan Luperto e compagni giocano la ripresa costantemente nella propria metà campo. È bastata un po’ di intensità in più da parte dei rossoblù, rispetto ad una prima frazione giocata a ritmi blandi, per spaventare un Empoli che ha arretrato troppo il proprio baricentro, costringendosi a disputare una partita che, come ha ammesso lo stesso Andreazzoli, non è nelle sue corde. A dirla tutta il Cagliari non è che faccia chissà cosa, al di fuori di mettere più palloni possibili in area, ma nei secondi 45 minuti gli azzurri riescono a ripartire in maniera pericolosa soltanto due volte con Cambiaghi: prima Scuffet devia in corner la conclusione sul primo palo del numero 28 empolese e poi Azzi anticipa di un soffio Caputo sull’invitante traversone rasoterra dell’ex Atalanta.
Lo stesso Azzi che era già stato provvidenziale in avvio di partita quando con la punta del piede aveva tolto la possibilità a Maldini, di nuovo preferito a Baldanzi sulla trequarti, di calciare in porta da due passi. A testimonianza che l’Empoli aveva anche approcciato bene la gara. Sempre Cambiaghi al 35’ batte a rete su cross dalla destra di Ebuehi, venendo però murato da un difensore. Ancora Cambiaghi poco prima dell’intervallo si invola verso l’area rossoblù e viene trattenuto e atterrato da Zappa. Maresca estrae solo il giallo e quando viene richiamato al Var la sensazione è che il colore del cartellino possa diventare rosso, invece alla fine viene punito un precedente fallo di Walukiewicz (uno dei tre ex insieme a Grassi e Marin rimasto in panchina) su Pavoletti, che cancella anche l’ammonizione. Al netto di tanti errori di misura, di poca lucidità e, rispetto ad altre volte, di scarso movimento e attacco degli spazi, nulla faceva però presagire ad una ripresa, di fatto, consegnata in mano al Cagliari.
Che li avrebbe aspettati 45 minuti di sofferenza gli azzurri iniziano ad intuirlo al 55’ quando entra nella partita anche Caprile, confermato titolare dopo il rientro contro la Lazio, reattivo a sventare un colpo di testa di Pavoletti. Poco dopo si fa invece sorprendere dalla velenosa traiettoria della punizione di Viola, che finisce in rete. Stavolta, però, il Var sorride agli azzurri perché il portiere ex Bari è disturbato da Pavoletti. L’estremo difensore azzurro diventa poi l’mvp di giornata nei minuti finali quando prima neutralizza un rigore (molto generoso) a Viola e poi si supera con i piedi sul diagonale mancino ravvicinato di Petagna nel recupero.
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