Apnea Marin, caccia al riscatto. I cartellini, l’infortunio, i silenzi. Pongracic è diventato un rebus. E la prossima è col ’suo’ Lecce
Fermo dal 21 settembre, una sola gara da titolare. Ma con la difesa a 4 potrebbe riscattarsi
Mercoledì mattina, alla ripresa degli allenamenti, gli occhi di tutti saranno puntati sugli acciaccati del gruppo di Palladino per capire se potranno esserci a Lecce oppure no. Fra questi c’è Marin Pongracic, che punta alla convocazione per il match contro gli ex compagni ma che finora ha sempre lavorato seguendo un piano personalizzato. Il risentimento muscolare ai flessori della coscia sinistra del 21 settembre sembrava potersi risolvere in breve tempo, in realtà se dovesse tornare in campo a Lecce sarebbe pari a un mese lo stop del centrale croato. E oggettivamente non è scontata la sua presenza al ‘Via del Mare’.
Le valutazioni saranno fatte in corso d’opera giorno per giorno ma è chiaro che prima di inserirsi nella nuova difesa a quattro di Palladino abbia bisogno di una serie di allenamenti in gruppo.
L’aspetto tattico sarà di sicuro importante nel suo percorso in viola. Almeno per quanto riguarda questa stagione. Nei due centrali è più sicuro, conosce movimenti e segreti di un ruolo che lo scorso anno con la maglia del Lecce ha svolto a meraviglia. Tanto che Corvino lo aveva già venduto al Rennes prima dell’inserimento della Fiorentina. Valutazione alta (15 milioni più 1 di bonus) e l’idea diffusa che potesse raccogliere l’eredità di Milenkovic.
Dopo un avvio tutto sommato discreto, quando sono aumentate le difficoltà Pongracic è andato in apnea e pian piano è sceso nelle gerarchie di Palladino. Una sola partita giocata per intero dall’inizio della stagione (in casa con la Puskas Akademia il 22 agosto, al ritorno fu sostituito a inizio ripresa), l’espulsione di Parma e i nove minuti in campo a Bergamo a metà settembre. Bottino magrissimo. L’infortunio ha complicato i piani di rilancio, ma una volta guarito dovrà spingere forte per portare via una maglia a Comuzzo, Ranieri e Quarta. Specialmente i primi due hanno dimostrato di sapersi completare bene a vicenda.
Alessandro Latini
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