Belotti si riscopre... Gallo. E Nzola invece se stesso

I due attaccanti sono tornati insieme a segnare e vogliono essere decisivi. Due ’crisi’ diverse che hanno un unico denominatore: la fame per il gol.

di GIAMPAOLO MARCHINI -
4 maggio 2024
Belotti si riscopre... Gallo. E Nzola invece se stesso

Belotti si riscopre... Gallo. E Nzola invece se stesso

Chiamatele, se volete, resurrezioni. Attese e auspicate. La prima riferita ad Andrea Belotti. La seconda è tutta per M’Bala Nzola, l’eroe più improbabile della serata di Conference. La piovosa notte del ’Franchi’ ha restituito a Italiano, nel modo più inatteso e per questo bellissimo, l’attaccante su cui il tecnico aveva scommesso a inizio stagione. Più che scommeso, creduto ancora una volta dopo aver avuto in precedenza. Sapeva, Italiano, del potenziale dell’angolano e anche per questo era stato lo strenuo difensore del roccioso centravanti. Sapeva pregi e difetti e probabilmente l’unico a sapere, inoltre, come tirarlo fuori dal torpore. Un periodo difficile quello di Nzola che pareva destinato a non finire mai. Alzi la mano chi appena l’ha visto sulla linea laterale per prendere il posto di uno stremato Belotti ha pensato all’epilogo più dolce. Nessuno. O forse solo Italiano che lo ha guardato negli occhi, vedendo finalmente una luce. La conferma su come si è piazzato lassù, sgomitando e imponendo la sua ingombrante presenza. Insomma, entrando al meglio dentro il clima della gara.

La conferma il guizzo più rapido nell’avventarsi sulla palla da lui stesso messa sul palo, poi ribadita in gol per l’urlo dello stadio e della panchina tutta. Una botta di autostima incredibile per il numero 18 viola che dopo un periodo difficile, probabilmente ha ritrovato se stesso. O almeno è sulla strada giusta per allontanare spettri e difficoltà.

Situazione attraversata, ma in modo diverso, anche da Belotti. All’attaccante ex Roma mancava la sicurezza che solo una rete riesce a restituire a chi vive per il gol. Una girata in pieno stile Gallo, come ai tempi migliori che lui vorrebbe ripercorrere proprio qui a Firenze. Ma per il futuro ci sarà tempo e modo di parlarne. Ora serve che Belotti continui a imitare se stesso, ritrovando l’antico ardore e, soprattutto, splendore. Perchè ci sarà bisogno di altre serate come quella di giovedì.

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