Finalmente si torna in campo, ma è sempre mercato. Da Biraghi deve giocare. Agli ostacoli di Daniè

La Fiorentina accoglie Gud e Colpani per una nuova stagione di calcio, con cambiamenti e conferme in squadra. Il capitano Biraghi si adatta a un nuovo ruolo, mentre il linguaggio calcistico si evolve. La squadra è ancora da completare, ma si torna finalmente a parlare di pallone.

17 agosto 2024
Da Biraghi deve giocare. Agli ostacoli di Daniè

L’abbraccio tra il ds Pradé e Gudmundsson (foto Acf Fiorentina)

Abbiamo iniziato a immaginarcelo in maglia viola a gennaio, lo ritroviamo in maglia viola a ferragosto. Dal piumino e cappello a bermuda e infradito. Macchè importa, ora Gud è arrivato e insieme a Colpani, altro acquisto affascinante per ruolo e per tecnica, presto giocherà dietro Kean in un modulo decisamente accattivante. Stagione nuova, vita nuova, a parte le fazioni che da secoli e secoli attraversano il cuore della nostra meravigliosa città, bipolare per natura. Dalla zona Champions, a quella salvezza: ad agosto, nelle mille parole spese nell’afa, tutto è possibile. Da grande Comisso a vendi Commisso c’è un mondo. Il nostro. Solite storie, ma la cosa buffa è che molti le rivivono sempre come se fosse la prima volta. Tipo il giorno della marmotta. Beh, per noi la Fiorentina è così. Ce ne siamo fatti una ragione.

Benvenuto Gud e campionato sia, alla prima partita con poche novità (allenatore, centrale difensivo, centravanti, trequartista) e vecchie conoscenze. Terracciano è al suo posto, Quarta anche, Biraghi no. Perché se Misery (per Stephen King) deve morire, il capitano invece deve giocare. E infatti, quando Palladino nelle prime amichevoli, lo aveva schierato tra i centrali, il dubbio che fosse un modo per trovargli un posto adatto per non disperdersi troppo in panchina e non un esperimento estemporaneo era più che fondato. Stavolta dovrà sostituire lo squalificato Ranieri, altre volte sostituirà Parisi. Ma la cosa più strana non sta certo in un nuovo ruolo per il capitano. Anzi, gli facciamo gli auguri, anche perché il quel ruolo giocava il nostro DA13 capitano per sempre, ciò che invece cambia dentro un calcio che fatica a fare passi avanti (parliamo del campionato italiano, non della Fiorentina) è il linguaggio, quello che si evolve grazie soprattutto alla creatività dei telecronisti che anche grazie alla fantasia costruiscono la loro identità. Fino a un anno fa se dicevi braccetto pensavi al braccino, cioè a presidenti poco disposti a spendere. Invece il braccetto non è un difensore tirchio ma uno dei due centrali difensivi della difesa a tre, quelli che stanno accanto al centrale di nome e di fatto. Basterebbe dire centrale di sinistra o di destra, ma braccetto ormai è linguaggio comune e quindi ce lo sorbiremo ancora per un po’ . Così come abbiamo fatto con la difesa a quattro inventandoci la catena di destra e di sinistra, perché dire esterno (difensivo o offensivo) ci pareva superato, dire terzino e ala figuriamoci, roba da preistoria.

Infine, nel giorno dell’esordio e dell’arrivo di Gud, bisogna dire che il caro Daniè sta portando in fondo la sua corsa a ostacoli e per questo merita i complimenti, anche se la squadra va ancora completata. Non era davvero facile, lo abbiamo sempre detto. Ma la notizia più bella è sapere che da oggi si gioca. E che torneremo a parlare di pallone. Non è poco, vero?

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