Inter, ecco l’isola felice. A Cagliari ritrova Lautaro: "Supercoppa, arriviamo»

Martinez si sblocca nella festa del gol aperta da Bastoni e chiusa da Calhanoglu. Inzaghi è virtualmente in vetta, ma pensa a Riyad, mentre l’argentino è più sereno.

di MATTIA TODISCO
29 dicembre 2024
Lautaro Martinez, a destra, festeggiato dai compagni dopo il gol che lo ha sbloccato: è il decimo personale al Cagliari

Lautaro Martinez, a destra, festeggiato dai compagni dopo il gol che lo ha sbloccato: è il decimo personale al Cagliari

Il motore dell’Inter è sempre più un diesel. Parte piano, anche a Cagliari, dove vince 3-0 segnando solo nel secondo tempo. Come contro il Como lunedì scorso, in parte come a Roma contro la Lazio, sonnecchiando per 40’ e poi segnando due volte prima dell’intervallo. Acceso il turbo, l’Inter (a -1 dall’Atalanta capolista ma con la trasferta a Firenze da recuperare) lascia una scia di polvere in cui si perdono gli avversari. Stavolta tocca al Cagliari, terz’ultimo sì ma che le ultime tre le aveva perse di un gol, spaventando Fiorentina e Atalanta. Non i nerazzurri, che sprecano per la prima metà, poi sbloccano e dispongono a piacimento, potendo contare anche sull’apporto di Sommer nell’unica occasione in cui la difesa perde la bussola. "Non era semplice vincere qui, – afferma Simone Inzaghi – ora partiremo per la Supercoppa, dopo aver chiuso un 2024 entusiasmante con la seconda stella, una cosa che ci unirà per sempre con tifosi e dirigenza".

Se Thuram non fa 13 (in campionato) e Dumfries non replica il gol dell’anno scorso nello stesso stadio è perché Scuffet premia la scelta di Nicola di rilanciarlo, sfoderando due interventi degni di nota in avvio. Non deve invece sforzarsi su Mkhitaryan e Dimarco, che spediscono alle stelle, ma le conclusioni degli ospiti crescono brevemente di numero, mentre il solo Adopo fa correre un brivido a Inzaghi (tentativo deviato in corner). L’occasione più chiara la manca Lautaro, la cui astinenza prosegue nonostante un pallone recapitato da Calhanoglu a pochi metri dalla porta sguarnita. Le occasioni fallite rinvigoriscono gli avversari, pienamente in gara e abili nel lavoro con gli esterni. Bisseck mette un paio di pezze in mezzo, mentre scatta la bagarre tra Mina e Lautaro, che non si negano colpi duri.

Il colombiano è però il primo ad uscire ad intervallo finito, complice un contrasto con Dumfries, e non è forse un caso che sui palloni alti l’Inter costruisca il vantaggio: cross di Barella e parabola di Bastoni di testa che scavalca Scuffet. Lautaro divora il raddoppio immediato, deve pensarci Sommer a tenere il vantaggio, uscendo a valanga sui piedi di Piccoli per sventare il possibile pari. Quando Martinez trova finalmente la rete che mancava dal 3 novembre e Calhanoglu realizza il rigore (mani di Wieteska), Inzaghi toglie i titolari e comincia a pensare alla semifinale con l’Atalanta. "Gli pesava questa situazione – dice ancora il tecnico sul suo capitano –, ma con lo staff gli abbiamo detto di stare sereno. Ho sempre chiarito che per noi è una soluzione, mai un problema".

"Sono contento perché era una gara importante, prima di andare in Arabia - aggiunge proprio Lautaro - Intanto vinciamo e poi se segno è meglio ancora".

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