Contro la Lazio una vittoria preziosa in emergenza. Il bottino di 11 reti segnate in otto partite fa però riflettere. Juve, la rivoluzione di Motta è ancora a metà. Difesa da record, ma la via del gol è in salita

Vittoriosa sì, promossa nì, la Juventus tornata al successo sabato in quello Stadium nel quale l’ultima volta che aveva portato...

di LORENZO LONGHI -
21 ottobre 2024
Juve, la rivoluzione di Motta è ancora a metà. Difesa da record, ma la via del gol è in salita

Douglas Luiz, 26 anni: sabato la seconda da titolare in A, poi la beffa del maxi furto

Vittoriosa sì, promossa nì, la Juventus tornata al successo sabato in quello Stadium nel quale l’ultima volta che aveva portato a casa i tre punti risaliva alla prima giornata, contro il Como. Messa in questo modo pare un errore, invece è esattamente così, perché la vittoria sulla Lazio – ottenuta di misura, grazie a un’autorete e dopo avere giocato oltre 70 minuti, recuperi compresi, in superiorità numerica – è solamente la seconda ottenuta dai bianconeri in casa in questa Serie A, stanti i pareggi contro Roma, Napoli e Cagliari. Quello che sembra un dettaglio statistico, in realtà è una chiave di lettura che consente di interpretare la squadra di Motta in campionato, soprattutto quando si trova al cospetto di squadre che sanno bloccarle gli spazi e si presentano a Torino basando il proprio gioco sulla solidità dei meccanismi difensivi, dove in assenza di Bremer giganteggia Kalulu. Per una Juventus che dietro ha rischiato meno che poco, e in effetti in campionato non ha ancora incassato una rete su azione, in certi casi – come appunto quello di sabato – la fase offensiva appare un assedio simile a quello che, nel calcio a 5, si ha nel power play, ovvero i due minuti di superiorità numerica che si hanno dopo l’espulsione di un avversario: lì la squadra si dispone in avanti, schiaccia il rivale, fa girare il pallone e cerca di creare uno spazio per calciare in modo efficace. Ci può impiegare appunto quei due minuti. Ecco: questo ha fatto la Juventus con la Lazio (e non solo, anche con Cagliari e Roma), solo che di tiri nello specchio ne ha fatti appena tre in tutto l’incontro e il gol è arrivato su un pallone buttato rasoterra in mezzo, nel traffico, da un esterno, ed è andata bene, perché altrimenti staremmo parlando del quarto pareggio su cinque in casa e di un distacco sul Napoli aumentato rispetto al -3 attuale. Forse non è un caso che la nuova versione dei bianconeri abbia funzionato meglio fuori casa e in Europa, e allora urge confermare la sensazione nei prossimi giorni, con la Signora impegnata domani all’Allianz contro lo Stoccarda e domenica a San Siro con l’Inter. Il ritorno di Conceiçao aggiungerà imprevedibilità, ciò che manca a una squadra organizzata ma che, quando Yildiz è meno brillante, fatica ad avere alternative potenzialmente letali. Qualità che potrebbe avere Adzic, per quanto Motta non possa chiedergli la luna, e non ha, o non lo ancora dimostrato, Douglas Luiz, vittima peraltro, nella notte della partita, di un furto nell’abitazione che condivide con Alisha Lehmann. Refurtiva? Circa 500 mila euro. Un discreto incubo, i suoi primi mesi torinesi. Se non altro, c’è poco tempo per ripensarci su, serve agire. Incombe la Champions, oggi è già vigilia e l’obiettivo è proseguire il percorso netto.

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