Juve, una svolta da squadra vera. La stagione di Bremer è già finita. Straordinari per Gatti e Kalulu. Ora la Signora guarda agli affari

Super bianconeri a Lipsia, ma rottura del crociato per Gleison. Danilo verso un ruolo da protagonista. C’è da aggiungere profondità alla rosa: occhi su Matip, Sergio Ramos e Kiwior. Ma gennaio è lontano. .

di PAOLO GRILLI
4 ottobre 2024
Sopra, mister Motta e Gatti: il difensore è chiamato agli straordinari. Sotto, gli istanti dopo l’infortunio di Bremer

Sopra, mister Motta e Gatti: il difensore è chiamato agli straordinari. Sotto, gli istanti dopo l’infortunio di Bremer

Il boccale è mezzo pieno o mezzo vuoto? La pazza serata tedesca della Juve in Champions è stata una centrifuga di emozioni, e non è stata priva di sentenze. La prima, del tutto negativa, è di condanna a un lungo stop per Gleison Bremer. La torsione innaturale del ginocchio sinistro nel tentativo di ostacolare Openda a inizio partita è costata la rottura del legamento crociato e del menisco per il superman brasiliano, l’unico giocatore cui Motta non aveva mai rinunciato tra gli undici di partenza da inizio stagione. L’annata sportiva del centrale difensivo è sostanzialmente finita – si stimano sempre sei o sette mesi di recupero dopo un infortunio del genere, ma largamente per difetto – e la Signora deve correre ai ripari. Gatti e Kalulu dovranno fare gli straordinari, Danilo sarà per forza di cose molto più coinvolto dopo una sostanziale esclusione tecnica, nel comparto terzini avranno poca chance di rifiatare Savona e Cambiaso, con Cabal e Rouhi chiamati a crescenti e frequenti responsabilità.

Giuntoli dovrà aggiungere un grado di difficoltà alla sua opera di equilibrismo tra bilanci e sogni di gloria. Ci sono ancora svincolati di lusso in circolazione – Joel Matip, che ha lasciato il Liverpool, o l’eterno Sergio Ramos – ma si tratta pure di profili con legittime elevate pretese in fatto di ingaggi e con una propensione non spiccata per un ruolo di rincalzo se la titolarità dovesse toccare a Gatti e Kalulu. Il ds bianconero potrebbe quindi pensare di agire solo nella finestra di mercato di gennaio, magari ridando la caccia a quel Jakub Kiwior che all’Arsenal non ha troppo spazio. In questo caso, però, Motta dovrebbe chiedere alla squadra un notevole sforzo supplementare, perché con una batteria di giocatori ridotta nel reparto arretrato si tratterebbe di affrontare almeno sedici gare ancora prima del nuovo anno.

Quel che non è mancato a Lipsia, però, è proprio lo spirito di squadra, una compattezza che nel mercoledì da leoni ha rasentato l’eroismo calcistico. Contro i Red Bull Boys di Rose, a mettere le ali sono stati Vlahovic e Conceiçao. Ma anche tutti gli altri, da Fagioli a McKennie, da Koopmeiners a Perin, hanno offerto una prestazione rimarchevole, seguendo alla perfezione lo spartito tattico ed emotivo del tecnico. Non si rimonta e batte in dieci il team con la seconda difesa dei top 5 campionati europei se non si è dotati di una determinazione e una convinzione assolute.

Inevitabile ritenere che questa seconda vittoria di fila in Champions abbia avuto i connotati della svolta per una squadra cui aveva fatto difetto solo la continuità, come ampiamente prevedibile nei primi mesi post rivoluzione. La capacità di adattamento mostrata da Dusan & Co., il rifiuto dell’alibi del doppio infortunio – oltre a Bremer è finito ko Nico Gonzalez, che starà fuori un mese per la lesione al retto femorale – per lasciarsi sfuggire di mano una partita che sembrava maledetta sono il lasciapassare per qualsiasi sogno. Tutti remano insieme, in bianconero, per nulla intimoriti dalle onde. E se a Yildiz non si possono chiedere magie in serie, c’è sempre un Conceiçao pronto a prendersi la scena.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su