La partita ai raggi X. Per il Var non c’è stato nulla di irregolare, ma quanti dubbi sul primo e quarto gol locale

Nella marcatura iniziale non rilevato il fallo su Fiorini, in quella finale c’era Rossoni in possibile fuorigioco.

21 maggio 2024
Per il Var non c’è stato nulla di irregolare, ma quanti dubbi sul primo e quarto gol locale

Per il Var non c’è stato nulla di irregolare, ma quanti dubbi sul primo e quarto gol locale

In una domenica che più funesta non si poteva immaginare ci si è messo anche il Var. Mario Perri di Roma, l’arbitro in campo, era coadiuvato dal suo concittadino Francesco Fourneau e dall’assistente Rodolfo Di Vuolo di Castellammare di Stabia. Di episodi discutibili ce ne sono stati diversi, nel contesto di una gara che è stato un concentrato unico di emozioni davvero vietate ai deboli di cuore, ma incentriamo l’attenzione su due fatti che alla resa dei conti sono stati decisivi. Anzitutto il gol iniziale di Nicastro, siglato dopo 25 minuti e che è stato oggetto di un lungo consulto: sull’assist di testa di un compagno, l’ex attaccante del Pontedera, secondo la probabile interpretazione in sala Var, era tenuto in gioco, dal braccio largo di Longobardi sulla sinistra. Opinabile ma andiamo oltre: l’azione, a ben vedere, era viziata da un fallo iniziale, sulla trequarti, subito da Fiorini che cade stretto da due biancorossi. Il direttore di gara era ad un paio di metri ed ha lasciato proseguire: un fatto questo molto meno opinabile. La manovra poi si è sviluppata sulla fascia sinistra con l’epilogo che vi abbiamo accennato. Ovviamente il fatto più contestato è quello decisivo del 94’ e 30 secondi (erano stati otto i minuti di recupero concessi) con la rete di Pucciarelli, bravo sul rinvio di testa di Allievi, ad agganciare il pallone di sinistro e ad indovinare il varco giusto in diagonale, trovando l’angolino sul quale Meli non poteva arrivare. Se però vai a vedere il fermo immagine, al momento del tiro, c’erano due giocatori vissini ben oltre la linea di difensori: la posizione dell’esterno, largo a destra, ossia Obi è ininfluente mentre parecchi dubbi persistono su Rossoni, difensore in proiezione offensiva che si trovava a pochi centimetri dalla linea del pallone. L’assistente, perfettamente in linea, rimane con la bandierina abbassata e non arrivano altre segnalazioni. La beffa perfetta quindi si compie con le struggenti scene dei giallorossi in lacrime, l’esultanza sfrenata dai vissini e quella esagerata di alcuni supporters pesaresi. In una sfida fratricida, tra due clubs comunque i cui rapporti sono stati sempre improntati al massimo rispetto, era anche inevitabile che alla fine ci fossero stati d’animo così agli antipodi perché la posta in palio andava anche al di là della semplice salvezza. C’era la permanenza nel calcio professionistico che porta con sé tutta una serie di implicazioni fondamentali. Stavolta però si è andati oltre, in tutti i sensi.

a. v.

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