Lazio: un colpo da ex di Zaccagni manda al tappeto il Verona

L'analisi del successo dei biancocelesti contro il Verona

di FILIPPO MONETTI -
29 aprile 2024
Mattia Zaccagni contro il Verona

Mattia Zaccagni contro il Verona

Roma, 29 aprile 2024 – Basta un colpo a segno e il Verona cade, ma quanta fatica per la Lazio nella sera dell'Olimpico. Nella sfida valida per la trentaquattresima giornata di Serie A i biancocelesti superano per 1-0 gli scaligeri grazie al più classico dei gol dell'ex a firma del rientrante Mattia Zaccagni. Una sfida fisica, dura e complicata dove i padroni di casa hanno impresso il proprio ritmo alla contesa per larga parte della sua durata, riuscendo però a sfondare solo nell'ultimo quarto d'incontro. È servito dare fondo a tutto il talento a disposizione dei biancocelesti per vincere il coraggio e lo spirito battagliero di Baroni e dei suoi giocatori in campo.

La serata si apre con qualche sorpresa di formazione da parte dei padroni di casa: Tudor si gioca a sorpresa la carta Isaksen dal 1' minuto, schierandolo nell'inedito ruolo di esterno di destra nella linea a 4 in centrocampo. Kamada e Felipe Anderson recuperano e vengono schierati entrambi rispettivamente in mediana e in trequarti, mentre a guidare l'attacco c'è ancora Castellanos dopo la doppietta di Coppa Italia. Baroni risponde con una formazione di stampo offensivo schierando Swiderski titolare, supportato da Noslin, Mitrovic e Lazovic. Folorunsho è invece spostato in mediana al fianco di Serdar, mentre si accomoda in panchina Duda.

Il copione del match è esattamente quello che uno si poteva aspettare alla vigilia. La Lazio prende in mano il ritmo dell'incontro, mentre il Verona punta su rapidi capovolgimenti di fronte e ripartenze per fare male ai biancocelesti. I capitolini hanno il vantaggio in fase di palleggio e costruzione, ma peccano di precisione negli ultimi metri. Tanti errori sia nel tentativo di ultimo passaggio, sia in fase di tiro, con molte conclusioni, anche da posizione vantaggiosa a terminare solo sul fondo. L'occasione più importante della frazione però è sui piedi di Swiderski, il quale raccoglie il colpo di testa di Noslin, sull'uscita a vuoto di Mandas, ma sul tentativo in controbalzo il polacco non riesce a colpire in pieno il pallone, finendo per masticare il tiro, colpendo solo i led pubblicitari.

Il riassunto fatto del primo tempo, vale anche per la ripresa, con una piccola differenza, questa volta la precisione negli ultimi metri da parte dei laziali cresce. Il Verona è costretto ad abbassare il proprio baricentro e questo aumenta le chance dei capitolini in fase offensiva. I cambi di Tudor sono la carta vincente che fa la differenza tra il pareggio e il successo finale. L'ingresso di Zaccagni dà maggiore incisività e al termine di un bellissimo triangolo con Luis Alberto, trova il buco sul primo palo, realizzando la rete che vale i tre punti in favore dei capitolini. Al netto di una grande parata di Mandas, sul vantaggio i padroni di casa sembrano in grado di gestire le velleità avversarie fino al triplice fischio finale, ma la gara finisce con il brivido, quando Noslin scappa all'ultimo istante e concede l'assist a Henry per il pareggio a 20'' dal termine, ma il destro del francese finisce in curva, concedendo un sospiro di sollievo ai tifosi, prima di festeggiare il successo acquisito.

I numeri dell'incontro confermano la superiorità capitolina, ma probabilmente la questione non è mai stata in dubbio. Il Verona ha impostato un match di reazione, consapevole di lasciare alla Lazio il timone del comando, ma provando a reagire con accelerazioni rapide e capovolgimenti di fronte repentini. Il possesso infatti racconta di un possesso fermamente in mano ai biancocelesti: 69% del tempo il pallone è tra i piedi dei laziali, contro il 31% del Verona, da cui derivano i 451 passaggi riusciti (84% di precisione) dei capitolini, contro i 143 (62% di precisione) degli scaligeri.

Il distacco anche in zona gol è netto e ancora una volta racconta perfettamente la superiorità dei capitolini, con 17 tentativi dei biancocelesti, di cui 5 in porta, contro le sole 7 dei gialloblu, con 1 solo tiro nello specchio della porta da parte degli scaligeri. Numeri che raccontano la superiorità offensiva della Lazio in termini quantitativi, mentre ci pensano gli expected goals a raccontare la superiorità qualitativa della fase offensiva biancoceleste. I ragazzi di Tudor infatti combinano per ben 1,32 xG contro i soli 0,63 xG degli ospiti. Anche gli altri numeri del match vedono una superiorità diffusa degli aquilotti. Dal numero inferiore di falli commessi (13 contro 18), al numero di recuperi (46 contro 39) e anche a quello dei corner battuti (4 contro 2).

Una partita dunque ben gestita dalla Lazio, che mette così pressione su Bologna, Roma e Atalanta, alla disperata ricerca di un posto nella prossima Champions League. Il quinto posto, attualmente occupato dai rivali dell'altra sponda del Tevere, è lontano solo 4 punti, con il discorso degli scontri diretti però a favore dei giallorossi. Un piccolo capitale che mette i biancocelesti di fatto con le spalle al muro. Se a questo si somma la partita in meno dell'Atalanta, con la possibilità addirittura di scavalcare i lupacchiotti in graduatoria, questo obbligherà alla Lazio una vittoria anche nella prossima trasferta di Monza contro i biancorossi. L'obiettivo al momento è quello di ritardare l'eventuale aritmetica eliminazione dalla prossima Champions League quanto più possibile, nella speranza che Roma e Atalanta facciano dei passi falsi, in attesa anche proprio dello scontro diretto tra le due formazioni che metterà in palio proprio la quinta piazza. Il finale di campionato si preannuncia molto emozionante in questa lotta per la prossima massima competizione continentale e in casa laziale non si vuole lasciare nulla di intentato.

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