Lazio, Pedro: "Voglio ritirarmi con un trofeo. Voglio vincere con la Lazio"

Il giocatore spagnolo tra il suo momento attuale e il suo futuro

18 novembre 2024
Pedro Rodriguez

Pedro Rodriguez

Roma, 18 novembre 2024 - Sembrava poter essere il suo ultimo giro di giostra ad alto livello, ma Pedro Rodriguez è riuscito a riportare indietro le lancette del tempo, diventando uno dei giocatori più interessanti e decisivi di questa prima parte di stagione laziale. Tra gol pesanti e bellissimi, affiancati a giocate eccellenti e assist, lo spagnolo conta la bellezza di 6 gol e 2 assist in 12 partite giocate, numeri che riportano ai suoi fasti migliori quando vestiva la casacca del Barcellona. Merito del tecnico Marco Baroni, ma anche dell'etica del lavoro del "ragazzino" classe 1987 nato a Tenerife.

Il rapporto con Tenerife

Numeri da capogiro che lo hanno reso rimesso sulla mappa dei media anche spagnoli. In questa pausa nazionali la Spagna giocherà proprio nella città delle Canarie che ha dato i natali al fantasista biancoceleste e per questo l'ex Barcellona è stato intervistato dal quotidiano locale delle Canarie "El Dia" riguardo al suo rapporto con la città e non aver mai potuto vestire la casacce delle Furie Rosse sulla sua isola natia. "A Tenerife mi amano molto, forse - afferma Pedro - troppo per quello che merito. È stato un peccato non aver mai giocato lì con la maglia della Nazionale, ma sono felice che Yeremy Pino, Ayoze e Pedri possano realizzare questo sogno lunedì. Seguirò la squadra da lontano, come sempre, sperando che uno dei tre faccia un gol. Ne sarei molto felice. Ho avuto la fortuna di giocare in Nazionale e in campionati importanti. Sono molto felice in generale per tutto quello che ho potuto dare alla Spagna. Ora la seguo ogni volta che gioca".

Il rapporto con la città, a livello calcistico, il giocatore è comunque riuscito a svilupparlo con la maglia del Barcellona. Durante la sua carriera infatti la formazione del capoluogo delle Isole Canarie ha giocato in Liga, permettendogli di affrontarla in città con la casacca Blaugrana. "Ho comunque giocato a Tenerife con il Barça. È stata una partita speciale, bellissima. La cosa più emozionante in queste situazioni è giocare vicino alla tua gente. Ti parlo di cugini o parenti più o meno vicini. Per fortuna feci una buona partita e ricordo di aver segnato. È un peccato che non si sia ripetuto più volte perché il Tenerife non era in Liga negli anni successivi, ma è una squadra che porto nel cuore perché è quella della mia città. Anche se non ho mai giocato con il bianco e azzurro (colori del Tenerife, ndr), spero che raggiunga la massima serie il prima possibile. Sarebbe bello per tutti".

La carriera

Pedro è ormai all'ultima parentesi della carriera, una ricca di successi, dove è riuscito a sollevare ogni tipo di trofeo, sia a livello di club, sia con la Nazionale. "Io sono felice, mi sento un privilegiato - afferma l'attaccante spagnolo - e non posso lamentarmi. Non avrei mai immaginato di vincere 25 titoli in carriera, di vincere la Champions League, la Coppa del Mondo, di giocare in due delle migliori squadre della storia... Mi riferisco ovviamente alla nazionale e al Barcellona. Ma è stato anche un onore difendere i colori del Chelsea e ora sono molto contento di essere alla Lazio. Forse a livello mediatico non mi hanno riconosciuto tanto, non lo so, è una cosa che potremo giudicare più avanti, quando mi sarò ritirato. Ho potuto dedicarmi professionalmente a ciò che mi piace di più e lo sto facendo ancora alla mia età con un affetto straordinario da parte dei miei compagni, degli allenatori e dei tifosi. Ho fatto tanti sforzi, tanti sacrifici, ma quello che porterò sempre con me quando tutto questo sarà finito sarà l'affetto della gente. Questo è quello che conta di più".

Lazio

Da quando è nella Capitale d'Italia, Roma o Lazio non fa differenza, allo spagnolo manca ancora un trofeo: uno dei suoi obiettivi per questa annata è senza dubbio togliersi anche questa soddisfazione: "Ovviamente vorrei vincere qualcosa con la Lazio perché ho avuto la possibilità di vincere un titolo in tutte le mie stagioni, tranne che in Italia. Mi piacerebbe farlo qui perché la Lazio è un club storico, con una storia come quella del Chelsea o del Barcellona. So che qui è più difficile per diversi fattori, ma al momento stiamo facendo bene e siamo anche primi in classifica in Europa League. Vedremo fino a che punto possiamo arrivare. Ma senza dubbio vorrei ritirarmi vincendo un trofeo. Non è un'ossessione, ma quando arriverà il mio momento mi farò da parte, lo farò con discrezione e sarà difficile, ma né più né meno di quello che hanno già fatto altri compagni di squadra e amici".

Entrando maggiormente nell'attualità, Pedro ha poi spiegato come mai stia trovando un rendimento migliore rispetto agli anni scorsi. "Ha influito molto l'aver cominciato bene, sia il gruppo, sia io stesso. È anche vero che ho un ruolo più importante rispetto all'anno scorso. Sono il più vecchio della squadra, ma cerco comunque di dare una mano come gli altri. Mi sento a mio agio, vicino ai giovani, insegno loro quello che so... Questo è in parte anche il mio ruolo. Ovviamente non è lo stesso delle mie esperienze passate, ma mi sento importante e apprezzato dagli altri. È fondamentale tutto ciò quando si tratta di giocare. Quando sarà il momento prenderò una decisione sul mio futuro, ma per ora penso solo a godermi il resto della stagione. Vedremo fino a che punto arriveremo".

Museo Pedro

Il giocatore ha raccontato anche del suo progetto del Museo Pedro, un omaggio alla sua carriera: "È un progetto a cui stiamo lavorando e che si velocizzerà quando mi sarò ritirato. Sono aperto a tutte le opzioni, ma sarebbe bello se fosse ovviamente a Tenerife. L'idea è quella di raccogliere tutte le cose che ho conservato: trofei, premi, maglie, scarpini... e regalarle alle persone perché possano vederle da vicino".

Nico Paz

Come ultima domanda si è chiesto al giocatore dell'impatto di Nico Paz sulla Serie A, anch'egli isolano e nato a Tenerife ma adesso giocatore del Como: "È una macchina. Ha iniziato molto bene la stagione, ha la fiducia di Fabregas e ho potuto parlargli. È un giocatore di qualità e interessante che ho seguito molto. Mi piace molto il suo modo di giocare".

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