Lazio, Pellegini: "Baroni è molto empatico, ci tiene con l'attenzione alta. Su Tavares..."

Le parole del terzino alla vigilia della sfida contro il Cagliari

di FILIPPO MONETTI
4 novembre 2024
Luca Pellegrini

Luca Pellegrini

Roma 3 novembre 2024 - Alla vigilia della sfida di campionato tra Lazio e Cagliari, Marco Baroni sceglie di non presenziare alla classica conferenza stampa prepartita, rimandando così ogni incontro con i giornalisti alla conferenza post-partita della sfida stessa. La Lazio però ha comunque presentato la sfida per bocca di uno dei suoi protagonisti, in particolare è stato Luca Pellegrini a raccontare la vigilia in casa biancoceleste ai microfoni di Lazio Style Channel. Ecco le sue parole. 

L'intervista si è aperta parlando dell'entusiasmo: la parola perfetta per descrivere l'ambiente laziale in queste settimane. I risultati recenti hanno dato grande spinta, ma la paura è che questo animo leggero, possa portare a sopravvalutazioni di se stessi o sottovalutazioni dell'avversario. Questo il commento del terzino: "L'entusiasmo è un amico in questo momento. Dobbiamo essere equilibrati affinché non diventi leggerezza o un pizzico di presunzione. Le prestazioni che stanno arrivando fino a ora sono frutto dell'impegno e della dedizione che ci stiamo mettendo. L'entusiasmo deve continuare a essere un amico in questo modo qua".

Tanti meriti di questo avvio sono imputabili all'allenatore Marco Baroni, tra gli equilibri in campo e anche la lunga rotazione della rosa tra tutti i suoi interpreti. "Il mister - afferma Luca Pellegrini - ne ha tanti meriti, è una persona equilibrata, non ha sbagliato un discorso nelle riunioni prepartita. Su questo qui si vede anche come abbia giocato per tanto tempo a pallone. È una persona molto empatica che capisce bene i momenti. Riesce sempre a, non tenerci sotto pressione perché magari viene visto come negativo, ma ci tiene alta la soglia dell'attenzione, al di là che si giochi titolari o no. Più che il risultato, le prestazioni sono sempre convincenti e positive, almeno secondo il mio punto di vista".

Dal tecnico al giocatore specifico, si è chiesto se quella di questa stagione sia forse la migliore versione di Luca Pellegrini. "Non so se lo sia, sicuramente si può migliorare e continuerò a farlo, ma non so se è il miglior Pellegrini di sempre. L'equilibrio per cui lavoro da tempo, è un percorso senza fine, non arriva mai un momento per staccare, dove dire che non si lavora più. Sono soddisfatto, sto trovando più spazio rispetto agli anni scorsi. Avendo Nuno davanti, che sta facendo un campionato pazzesco, con numeri incredibili, confesso che non ho mai visto una roba del genere, è difficile pensare di poter giocare tante partite, ma sicuramente sto giocando più ora che nell'anno e mezzo prima. Dobbiamo essere bravi secondo me nell'ottica di gruppo a rubare le qualità di ognuno, perché ne abbiamo tante tra tanti ragazzi bravissimi. Ci sono anche dei difetti, ma dobbiamo prendere le parti positive (scherza, ndr). Sono contento del fatto che sia un gruppo affiatato, al di là dei risultati che aiutano, ci stimoliamo a vicenda e vogliamo alimentare questa gioia di giocare".

Compagno di reparto di Pellegrini, Nuno Tavares è l'uomo con cui il numero 3 laziale si contende la maglia da titolare. Il portoghese ha avuto però un avvio sensazionale, di cui anche il suo rivale per un posto da titolare si è sorpreso. "Sapevo già prima fosse un giocatore forte, le qualità dei giocatori si vedono. Onestamente credo che forse neanche lui si aspettava di fare 8 assist in altrettante partite. Al momento è il miglior terzino sinistro in Serie A e mi tengo basso, anche se dubito in Europa abbia rivali in questo momento. Così come hanno trovato modo di fermare giocatori più forti, lo faranno anche con Nuno, ma anche lui può migliorare come tutti. Anche Messi e Ronaldo avevano difetti".

Pellegrini è uno degli ex della sfida di domani contro il Cagliari, un luogo di cui il giocatore conserva un ricordo dolce e che racconta in questo modo: "Cagliari? Io ho un ricordo fantastico. È stata la prima esperienza da grande, lontano da casa, sono arrivato in un momento non positivo. Ricordo che eravamo forse terzultimi. Riuscimmo a salvarci con prestazioni importanti, invece il secondo anno a novembre eravamo quarti in campionato, ma più che le prestazioni ricordo la gente. Il calcio finisce e credo che quello che resti siano i rapporti con le persone e le emozioni che ti dà. Cagliari è la mia seconda casa. Il gol di Caicedo? Da quel momento siamo andati un po' a picco (ride, ndr) la nostra stagione la avevamo fatta".

In passato il terzino aveva raccontato di Maldini, Marcelo e Bale come riferimenti nel ruolo, ora però la sua prospettiva è cambiata. "Se devo dire, oggi non ho un vero riferimento. Guardavo al calciatore, ma non conosco le persone quindi non saprei dire. Ho l'idea di dove voglio arrivare, ma il cambiare come giocare è secondario al cambiare come persona. In passato mi innervosivo per alcuni discorsi, pensavo non venissi capito, che in parte poteva esser vero o magari non davo una mano, ma quando ho iniziato a cambiare dentro, tutto sembrava poter funzionare, migliorando tutto quanto. Magari non ho più un'idea precisa del giocatore, ma della persona che voglio diventare".

Parlando poi di lazialità, Pellegrini si è detto tifoso del club e gli è stato chiesto se abbia portato i nuovi biancocelesti arrivati in estate a lezione di biancoceleste: "Diciamo che alla fine ci sono persone che lo insegnano meglio di me. Quando entri allo stadio e vivi quello che abbiamo vissuto da inizio stagione, c'è poco da insegnare. Forse più avanti ci sarà tempo per dei corsi di recupero, qualche recupero, ma andiamo bene.

Nato nel 1999, il terzino ex Juventus era poco più di un pargolo quando la Lazio sollevò il suo ultimo scudetto nel 2000, nonostante questo gli è stato chiesto se abbia qualche idolo di quella formazione. "Togliendo i giocatori più noti, ce ne sono altri come Sinisa o altri giganti del mondo del calcio che alla Lazio hanno aggiunto un pezzo importante di storia. Da piccolo Salas per me era l'idolo, ho ancora la maglietta con il 9 sulle spalle. Forse lui era il mio idolo. Ho tanti cori della testa: 'Dammi tre parole Nesta, Crespo e Fiore'. Magari qualcosa mi andrò a rivedere, magari toccando le corde del passato vengono in mente altri ricordi. Ne dovessi dire però uno specifico direi Salas".

Con il giocatore si è voluto anche toccare le corde personali dell'uomo, chiedendogli di chi lui consideri il suo migliore amico nel mondo del calcio. "Probabilmente facendo riferimento a Cagliari una delle persone più importanti è Fabio Pisacane, con cui ho condiviso la camera dal primo giorno. Mi ricordo tante tirate di orecchie, ma so che mi voleva bene e spero che me ne voglia ancora. Ogni tanto ci sentiamo e sono molto legato a lui. Per quanto riguarda adesso, diciamo che in ogni tappa ho avuto una persona con cui stavo bene e passavo molto il tempo. Per oggi ti direi Nicolò Rovella, ma alla fine siamo un gruppo gigante, è la prima volta che faccio fatica a dirti un gruppetto di persone. Come in tutti gli spogliatoi si fanno poi dei gruppetti, ma tra tuti noi le prese in giro non mancano".

La penultima domanda ha chiesto a Pellegrini se abbia particolari hobby al di fuori del calcio: "Non ne ho molti, forse dovrei trovarlo, riesco a staccare facendo una cena a casa con gli amici. Sono fortunato, ho un gruppo di amici a cui voglio bene, possiamo stare anche un giorno insieme e parlare tre ore di fila di tutto, poi per le tre ore consecutive stare staccati, ognuno per conto suo. Forse quello potrebbe essere il mio modo per staccare".

In caso di schieramento contro il Cagliari il terzino taglierà quota cento partite in Serie A, un grande traguardo per la sua carriera: "Un traguardo importante. Mi fa piacere pensare di poterlo fare con la maglia della Lazio. In nessuna fiaba sarei riuscito a sognare una cosa del genere, facendolo per altro con le due squadre emotivamente più importanti per la mia carriera, senza nulla togliere a tutte le altre. Sarà molto emozionante nel caso".

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