La conferma in Coppa. Fonseca tira dritto. Sarà Milan fantasia

Da "squadra che vince non si cambia" a "questo è il momento di dare continuità", il passo è breve. E...

di LUCA MIGNANI -
30 settembre 2024
Fonseca tira dritto. Sarà Milan fantasia

Paulo Fonseca potrebbe scegliere lo stesso undici che ha schierato con Lecce e Inter per raccogliere i primi tre punti in Champions

Da "squadra che vince non si cambia" a "questo è il momento di dare continuità", il passo è breve. E il sorriso che illuminava il volto di Vujadin Boskov da Novi Sad, ora si riflette nelle espressioni di Paulo Fonseca da Maputo. Dietro a quella voglia di "stabilizzare", c’è una rivoluzione. Prime tre giornate di campionato: zero vittorie, sei gol subiti. Ultime tre giornate di campionato: solo vittorie, un solo gol subito. Numeri che ancora non raccontano tutto, perché la vera svolta è arrivata in coda alla prima uscita in Champions. Quella del tris incassato in rimonta dal Liverpool, quella del "tirate fuori i..." e ci "avete rotto il..." tuonato dalla Curva, con tutto San Siro allineato: fischi. E, fuori, critiche. Fonseca ci ha pensato su. Ha visto e ha provveduto: riunione di quasi due ore, grigliata, niente video sugli avversari, cartelli negli spogliatoi con la scritta “coraggio“ in tutte le lingue. Di tutto, di più. Soprattutto, 4-4-2 (o 4-2-4), con Abraham di fianco a Morata (a rientrare e a fare legna), con Fofana ad abbassarsi tra i centrali difensivi (e Reijnders ad alzarsi), con proprio l’olandese abbassato (definitivamente?) nel cuore del centrocampo, con Gabbia a “panchinare“ Pavlovic. Così con l’Inter. Così col Lecce, senza cambiare una virgola.

Sarà (quasi) così anche col Bayer, domani alle ore 21 alla BayArena di Leverkusen. Battere il ferro finché è caldo è infatti diventata la parola d’ordine. E dovrebbero restare attuali le parole pre-Lecce di Fonseca: "Dobbiamo capire i momenti e penso che questo non sia quello di cambiare troppo. Bisogna invece avere continuità e stabilizzare la squadra. Ora, nella mia testa, non c’è tutta questa preoccupazione di dover cambiare". Anche perché c’è molto di insostutuibile nel Diavolo attuale: i due centravanti, ad esempio. Con Jovic non in lista Champions (che comunque "ha altre caratteristiche"), l’unica punta adattabile al ruolo è, con i debiti distinguo dallo spagnolo e dall’inglese, Okafor. Lo svizzero, reduce da un affaticamento che gli ha fatto saltare la partita di venerdì, sarà convocato, ma difficilmente partirà dall’inizio.

Idem a centrocampo: Fofana è intoccabile con Bennacer in infermeria, mentre Reijnders è unico. Qualche ritocco potrebbe arrivare in difesa: anche Calabria è ormai recuperato (ieri ha lavorato in gruppo, ballottaggio con Emerson Royal, favorito il brasiliano), mentre Pavlovic, fuori dagli undici nelle ultime due gare, potrebbe sostituire Tomori e affiancare Gabbia. Davanti, ancora il poker d’assi (la borsite di Morata non preoccupa). Fonseca vuole calarne un altro, di asso. Senza pensare al futuro, perché il futuro è adesso. C’è una sorta di cerchio da chiudere, di due settimane esatte: quelle si augura il popolo rossonero, della nascita del nuovo, vero, Milan.

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