Milan-Liverpool è già leggenda. Champions, sembra una finale: "Dobbiamo fare la partita perfetta»

Fonseca vuole un Diavolo che sappia dominare: "Ci stiamo avvicinando. Ibra? Lo sento ogni giorno". Morata assapora una notte speciale: "Sono venuto per vivere momenti così". Sullo sfondo c’è il derby.

di LUCA MIGNANI -
17 settembre 2024
Milan

I tifosi rossoneri scaldano il clima con bandiere e fumogeni

"Non possiamo sbagliare niente". "Con questa maglia devi sognare". È il ping pong tra Paulo Fonseca e Alvaro Morata, davanti ai microfoni in conferenza. Da un lato, stop agli entusiasmi figli del poker rifilato al Venezia. Dall’altro, tutta la consapevolezza di appartenere a un club che ha scritto la storia della Champions. E vuole farlo ancora. Basti pensare a quel "voglio riportare il Milan ai fasti del passato" firmato Gerry Cardinale.

Ecco, l’ultimo fasto europeo è datato maggio 2007: ad Atene, in finale, c’era proprio il Liverpool a cadere sotto i colpi di Inzaghi, dolcissima vendetta e risposta al patatrac di due anni prima, all’Ataturk, quando erano stati gli inglesi, grazie a sei maledetti minuti, a pareggiare il triplo svantaggio ribaltato definitivamente ai rigori. Liverpool fa rima anche col ritorno in Champions del Diavolo, che arrivò dopo sette anni di astinenza, nel 2021. Allora, ad Anfield. Questa sera, alle 21, a San Siro. La morale, non cambia:vincere.

"Per dimostrare che stiamo crescendo. Servirà una fase difensiva perfetta – spiega il tecnico – e per me significa non perdere la palla contro una squadra tra le più forti in Europa. Voglio un Milan molto più dominante, ma stiamo iniziando a esserlo".

In testa, però, c’è anche l’Inter. Tradotto, qualche rotazione. Senza Thiaw, ancora alle prese con una distorsione alla caviglia, senza Bennacer, operato in Finlandia al polpaccio destro e ai box per quattro mesi. Con Morata pronto a partire dall’inizio: "Quando ho firmato, immaginavo partite come questa che fanno la storia. Ho giocato in tante squadre, ma poche volte ho visto questa qualità. A volte però non basta: bisogna avere carattere, crederci tutti insieme. Stiamo imparando a farlo". Cardinale si è complimentato con il tecnico ed è ripartito per affari, in compenso è tornato Ibrahimovic: "Parlo con loro al telefono o in presenza, prima e dopo le partite. Tutto normale", Fonseca dixit. Di normale, in questi nove giorni, c’è davvero poco.

Dall’arrivo della squadra a San Siro sabato, tra due ali di folla che ribadivano l’attaccamento ai colori, ma nel contempo lanciavano l’ultimatum ("Basta scuse, ultima chiamata"), ai quattro ruggiti contro il Venezia, con Theo Hernandez e Leao di nuovo al centro del villaggio (e con Reijnders finalmente alzato tra le linee). Ora il primo esame Champions. Poi quel derby perso per sei volte di fila, l’ultima con l’onta della seconda stella consegnata ai cugini in casa propria. Pasteis de nata promessi da Fonseca in caso di doppia vittoria (jamon, invece, da Morata): sorrisi per allontanare la tensione che, però, resta. Giorni chiave per il nuovo Milan. Che inizia a vedere la luce. Che deve accenderla definitivamente.

Formazioni. Milan (4-2-3-1): Maignan; Calabria, Tomori, Pavlovic, Theo Hernandez; Fofana, Loftus-Cheek; Pulisic, Reijnders, Leao; Morata. All.Fonseca.

Liverpool (4-2-3-1): Alisson; Alexander-Arnold, Konate, Van Dijk, Robertson; Gravenberch, MacAllister; Salah, Szoboszlai, Diaz; Jota. All: Slot.

Arbitro: Eskas (Norvegia)

Tv: San Siro ore 21, Sky.

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