Milan tra infortuni e contestazioni: Fonseca prepara la sfida contro l'Hellas Verona
Fonseca affronta le critiche e gli infortuni mentre il Milan si prepara per la partita contro l'Hellas Verona.
Ottovolante Milan. E ottavo posto da cui volare via. Con la metafora delle "montagne russe" (Fonseca dixit) a restare amaramente calzante: dal campo all’infermeria, dalla strada agli spifferi. Perfino dai brindisi per la cena di gala per i 125 anni di storia del club, alla contestazione dei tifosi qualche metro più in là. Quasi un tutto e il contrario di tutto: sullo sfondo, però, numeri che non diranno tutto, ma nemmeno possono mentire. Il tecnico accetta, incassa: "I risultati non sono buoni". Ma, un battito di ciglia dopo, rilancia: "A volte si parla di qualcosa che non si sa. Io vedo le persone che sono qui tutti i giorni, che sanno. E la pensano diversamente". L’aggettivo scelto per l’atmosfera a Milanello di questi giorni è "bellissima, come sempre". Anche le tre parole sulle critiche restano le stesse: "Non le ascolto". Nemmeno le voci degli ultimi giorni sulla trattativa con Xavi, sulla suggestione Mancini, sul rialzo di Allegri: "Non mi sento a rischio". Come sempre, il tecnico non si nasconde: "Capisco la frustrazione dei tifosi, noi siamo i primi a voler vincere e a lavorare per cambiare le cose". Postilla: "Fin qui nessuno ci ha messo sotto, solo il Liverpool per metà tempo". Auto-consapevolezza. Nell’orgoglio come negli inghippi: per il tecnico resta l’atteggiamento, la testa della squadra. Non una questione tecnica, nè tattica. Sicuramente, alla voce magagne, se ne è aggiunta almeno un’altra, però: gli infortuni. Questa sera a Verona contro l’Hellas la lista è “bella“ lunga: Pulisic, Bennacer e Jovic (potrebbero rientrare con la Roma), Musah (salta due partite), Okafor e Loftus-Cheek (a gennaio), oltre a Florenzi (febbraio). In più, ci si è messa la tonsillite a far alzare bandiera bianca a Morata, provato mercoledì in allenamento in coppia con Abraham.
Tocca cambiare piano, al Bentegodi. Fino a un certo punto: come col Genoa, dentro ancora il “piccolo Foden“ 17enne Liberali e il 19enne Jimenez. Già, perché Theo Hernandez ha ancora bisogno di riposo. "Ho parlato con lui come faccio sempre. Per me è facile spiegare la sua situazione: ha bisogno di ritrovare la miglior condizione fisica, ma è importantissimo per noi e non si tratta di una punizione. Lo reputo il miglior terzino al mondo, come già avevo detto". Acqua sul fuoco, ancora una volta, dopo la fiammata nella pancia di San Siro in coda al match di Champions con la Stella Rossa. Fonseca pompiere, anche sul mercato: "In caso saremo pronti". Futuro. Conta soprattutto il presente. Questa sera, si torna in campo dopo le celebrazioni e le contestazioni. E sulla testa del tecnico la solita aria da bivio alla quale ha fatto l’abitudine. A -14 dal primo posto, -8 dal quarto e momentaneamente fuori anche dall’Europa minore (con una partita da recuperare), però, quell’aria è sempre più pesante.
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