L’uragano-Gaucci in tv. Il ritratto di ’big Luciano’. Il figlio: "Dopo la sua fuga non ci ho parlato per 10 anni»
L’imprenditore e il presidente: la grande scalata e la dolorosa discesa Riccardo e Alessandro raccontano il padre nel documentario. Da Saadi Gheddafi ad Andreotti, fino allo show contro Matarrese.
Quando tutto è possibile, quando i sogni si avverano, quando gli incubi tormentano, quando la vita è così ricca e intensa che vale un film. La grande scalata, la vita al vertice e la caduta. Luciano Gaucci, ex presidente del Perugia Calcio (e non solo), fu sicuramente un imprenditore vulcanico, anzi, un ‘uraganò, come viene definito nel titolo del docu-film Sky a lui dedicato, ‘“Gaucci - Quando passa l’uragano“. L’appuntamento è per stasera alle 22:55 su Sky Crime e Sky Documentaries (in streaming su Now).
A firmare la regia Giacomo Del Buono e Paolo Geremei, che sono anche autori insieme a Carlo Altinier. Un ritratto di un uomo che nella sua vita è riuscito a fare di tutto: dalla trasformazione dell’azienda di pulizie del suocero ai successi con i cavalli, per poi arrivare al Perugia - con i suoi successi e fallimenti - e le sue altre squadre, fino a fuggire in Repubblica Dominicana nel bel mezzo di un crack finanziario.
A tracciarlo sono le parole dei figli, Riccardo e Alessandro, e di altre persone che lo hanno conosciuto da vicino, anche allenatori e calciatori che lo hanno vissuto nel quotidiano. Una storia dettagliata, della vita di Luciano (imprenditore e padre) e poi del presidente Gaucci, in tutte le sue sfumature. Scorre la vita di Luciano Gaucci e dei figli, ci sono i sogni realizzati, le scommesse vinte, la grande passione per il Perugia, il grande amore ricevuto dai suoi tifosi. Ma anche le contestazioni dolorose, le delusioni e il finale, amaro, con tutti i suoi strascichi giudiziari.
I protagonisti della storia, che girano attorno a Gaucci senior, sono tanti. "Di Saadi Gheddafi posso solo parlare bene, è sempre stato una persona disponibile, umile. "Mio padre pensava che mettere il figlio di un leader di questo genere avrebbe fatto parlare del Perugia in tutto il mondo. Lui voleva stupire, era
fatto così", chiarisce Riccardo Gaucci.
Che di parole buone ne ha per molti. Anche per Giulio Andreotti. "Quando papà litigò con tutto il sistema di potere italiano - racconta - Andreotti era senatore a vita, andai personalmente da lui a San Lorenzo in Lucina e gli chiesi se potesse darmi una mano. Si attivò subito ma non aveva più il potere di una volta". Tra le caratteristiche per cui Gaucci è noto c’è senza dubbio la sua indole combattiva. Indimenticabile lo scontro con Vincenzo Matarrese dopo una partita, contro il Bari al Curi. Ma anche i difficili rapporti con i suoi allenatori. "Lui era 50% tifoso e 50% imprenditore, così con loro non andava d’accordo perché a vista sua non riuscivano a trasmettere alla squadra quello che voleva - commenta Gaucci junior -. Mi viene in mente l’esonero di Carolina Morace: la prima allenatrice donna nella storia del calcio (Gaucci gli aveva affidato la guda della Viterbese) fu esonerata per una stupidaggine. Doveva firmare un comunicato stampa congiunto con papà ma non voleva, così lui la cacciò. A me disse: ‘deve capire che qui comando io e non leì".
Ma nonostante i retroscena, in occasione del primo Memorial dedicato a Luciano Gaucci, organizzato dal figlio Riccardo ad Assisi, Carolina Morace era presente e lo ha ricordato con belle parole.
Ma la vita privata di Luciano Gaucci ha condizionato il rapporto con i figli. Lo racconta il figlio Riccardo.
"Per me ci sono due Luciano Gaucci - chiarisce il figlio nel documentario - il primo, quando stava ancora con mia madre, era una persona straordinaria. L’altro, a partire da quando si accompagnò con un’altra donna", ovvero Elisabetta Tulliani che ha recitato un ruolo da protagonista nella vita di Gaucci negli anni in cui big Luciano era alla guida della società biancorossa.
Ma parte di questi comportamenti secondo il proprietario dell’Assisi erano anche da collegare alla malattia di cui si sarebbe ammalato, l’Alzheimer: "purtroppo noi ce ne siamo accorti tardi - commenta - lui prima aveva un carattere forte, ma soprattutto trascinatore".
Poi, l’accusa di bancarotta fraudolenta e la partenza mentre i suoi figli venivano indagati, per via della quale "non ho parlato con lui per 10 o 12 anni - aggiunge Gaucci -. Se lui fosse rimasto in un mese, massimo un mese e mezzo si sarebbe chiuso tutto. Invece con lui che era all’estero questa storia si è conclusa dopo 10 anni. Ma già la malattia aveva fatto il suo corso, non era più in lui".
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