Nesta guarda oltre la trasferta in Toscana: "Le prossime 6-7 gare decisive per il futuro"
Su Pafundi: "Fatti i passi che dovevamo, ora attendiamo. Non dimentico che abbiamo aspettato gente alla stazione, ma il treno ha tirato dritto!"
Un’infermeria che si svuota. Una squadra che sta lievitando. La certezza che le prossime 6-7 partite saranno quelle chiave per definire il ruolo che reciterà la Reggiana. Nelle more ci sarebbe anche la gara contro il Pisa. Non facile, per le implicazioni di classifica e per il fatto che il primo match dopo una sosta è sempre un’incognita. Tutto questo Alessandro Nesta lo sa: "La situazione infortuni? Il contesto sta migliorando. Direi che ho tutti a disposizione, ma questo pareva un trend consolidato già prima della sosta".
Che le consentirà di poter scegliere la formazione, senza consultare, prima, il medico sociale, è così?
"Diciamo che ci permette di sviluppare con completezza un piano partita. Pajac? E’ recuperato. Per giocare dall’inizio? Vedremo. Per me, uno che gioca titolare mi deve almeno garantire un tempo di partita a livello accettabile".
Il mercato è stata una distrazione?
"Non credo. La società è stata chiara sin da subito su chi deve andare e perché e chi rimarrà e pure chi arriverà. Pafundi? Sicuramente l’interesse è noto. Noi abbiamo fatto i passi che dovevamo, secondo me è un giocatore funzionale a come vogliamo giocare qui. Non mi esprimo però, finché il giocatore non arriva. Abbiamo aspettato gente alla stazione, ma poi il treno ha tirato dritto! Quindi, meglio non dire niente…".
Parliamo del Pisa. Squadra che è dietro alla Reggiana, ma che partiva con ben altre ambizioni…
"Ma il calcio non è una scienza esatta. A volte succede che ci sono stagioni che si complicano e i risultati stentano ad arrivare. Stanno intervenendo sul mercato rinforzando una squadra che ha già della qualità. Fanno un possesso palla prolungato, con i due mediani che sono veramente forti. Poi, giocare a Pisa non è mai facile. Per nessuno".
Riprendere dopo la sosta è sempre un’incognita.
"Lo è per tutti. Credo che l’importante anche in questo è il fatto di aver uno spirito di squadra adeguato e soprattutto che ci siamo tutti. Avere una buona condizione fisica e l’organico al completo ci consente di poter esprimere tutto il nostro potenziale. Le prossime 6-7 partite saranno determinanti per capire che ruolo reciterà la Reggiana. Che direzione prenderà la ‘barca’ granata".
Tanti giovani hanno avuto spazio e minuti. Quanto è importante l’esperienza che ha maturato, da top player quale è stato, nel cercare di aiutare i ragazzi nella gestione dei vari momenti di un campionato impegnativo come la B?
"Qui al campo siamo in tanti. Fortunatamente non ci sono solo io che può aiutare loro nel capire i vari momenti di un’annata. Credo che ciascun giovane debba costruirsi un suo percorso. Ci sono quelli che possono reggere 30 partite da protagonisti perché sono più pronti, altri invece hanno bisogno di acquisire esperienza con calma. Step by step, senza fretta. Perché il rischio è quello, poi, di rovinare il talento di cui uno dispone".
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