Reinhart si gode il nuovo corso granata: "Sono cresciuto soprattutto a livello mentale"
Il centrocampista argentino l’anno scorso mise insieme appena 37 minuti in campionato. Oggi è un uomo su cui Viali punta
La sua parabola, per certi aspetti, ricorda un po’ quella di Girma: arriva a gennaio, fa un girone di ritorno praticamente solo allenandosi, e diventa subito protagonista all’inizio della stagione successiva.
Parliamo di Tobias Reinhart, centrocampista nato il 21 maggio del 2000 a Lomas de Zamora, in provincia di Buenos Aires, a 27 chilometri dal centro della città. Arrivò a Reggio il 19 dicembre del 2023 dopo aver terminato il contratto col Temperley (Serie B argentina) e il 2 gennaio scorso fu definitivamente tesserato. Con Nesta appena 37 minuti giocati: quest’anno siamo già a 5 presenze in B (4 da titolare) e un gol (nel 2-2 col Mantova).
Ieri si è raccontato, sempre col sorriso e con un ottimo italiano, tra presente, passato e futuro.
Tobias Reinhart, ha doppio passaporto, argentino e italiano: come mai?
"Il mio nonno materno era di Pordenone, e poi scappò per la guerra".
Andiamo subito al campo, visto che ora è un protagonista: è cambiato tutto.
"Aspettavo questa occasione da tanto, mi sentivo pronto e sono felice. Lo scorso anno, arrivando da un altro Paese, dovevo capire il calcio italiano".
Cosa ne pensa della Serie B? "Ci sono pochi punti tra le prime e le ultime: è molto bello e in ogni incontro la posta in gioco è alta".
Viali la sta impiegando al centro di un centrocampo a tre.
"E pensare che ho iniziato la carriera come esterno d’attacco (sorride, ndr). Man mano mi sono accentrato, diventando mezzala. Quando sono arrivato qui ho parlato con Goretti, e mi era stato chiesto se mi sentissi di fare il mediano. Mi sono trovato bene, posso giocare lì o da mezzala".
Ha segnato un gol e altre volte si è inserito in area.
"Questa è una caratteristica che cercherò di mantenere, anche se ora faccio un ruolo dove è importante coprire gli spazi".
Sabato si va a Pisa con la Carrarese.
"Daremo tutto. Dopo andremo a La Spezia dove mi farà piacere rivedere volti che conosco (è stato in Liguria nel 2019-20), ma ora il focus è tutto su sabato".
Com’è giocarsi il posto con Cigarini e Stulac?
"Un piacere enorme lavorare con due così. Chiaramente tutti vogliamo giocare e il mister fa le scelte".
Per conoscerla meglio: vive a Reggio?
"Sì, sono qui da solo, e sarebbe bello se un giorno mi raggiungesse la famiglia".
Come trova la nostra città?
"Sono un tipo tranquillo, è difficile vedermi in giro, ma i ragazzi mi hanno fatto vedere qualcosa e Reggio mi piace tantissimo".
Si sente cresciuto in questi mesi in Italia?
"Quello mentale. Ora gioco più con la testa: cerco di capire i momenti della partita".
Giusto per capire il livello che ha raggiunto: si sentirebbe pronto per la A argentina?
"Un giorno mi piacerebbe, perché no? Tra l’altro qualche proposta da lì era arrivata prima di scegliere Reggio".
Le manca il calore del pubblico sudamericano?
"Il fatto che girino i video dei derby alla Bombonera tra Boca Juniors e River Plate, è un motivo d’orgoglio: è bello essere riconosciuti per questa passione. Da noi andare allo stadio è un tentativo per scappare dalla realtà, che in Argentina è molto dura. Però la cultura dell’Italia e del mio Paese è simile: i derby sono caldi, e i tifosi reggiani mi fanno sentire a casa".
La Reggiana è seguita in Sud America?
"Sicuramente dalla mia famiglia e dai miei amici (ride, ndr). Per il resto non tanto perché lì è complicato trovare i canali per vedere la B italiana".
Che squadra tifa?
"Sono legatissimo al Temperley, ho giocato lì tanti anni; in famiglia, in Serie A, tifiamo per l’Independiente".
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