Europa League, De Rossi: "Soddisfatto del mio percorso, Brighton? Non è solo De Zerbi..."

Le parole di Daniele De Rossi alla vigilia della partita contro il Brighton in Europa League

di FILIPPO MONETTI -
6 marzo 2024
Daniele De Rossi

Daniele De Rossi

Roma 6 marzo 2024 - Sale la tensione e si alzano i battiti cardiaci: a Roma è il momento di tornare a pensare all'Europa. Nella giornata di domani infatti i capitolini ospiteranno il Brighton nel match di andata degli ottavi di finale di Europa League. Inutile sottolineare l'importanza di questa sfida, con De Rossi al test contro i Seagulls di De Zerbi, per tornare tra le prime otto di questa competizione, come riuscito lo scorso anno. A livello tecnico forse il big match di questo turno della seconda coppa continentale, il tecnico giallorosso si è presentato oggi in sala stampa di fronte ai cronisti per presentare in conferenza la sfida. Ecco le sue parole.

Cosa pensi del Brighton e qual è il tuo rapporto con De Zerbi e il tuo pensiero sul Brighton? "Ho un ottimo rapporto con De Zerbi, sin da quando ero calciatore dopo le partite contro di lui dicevo che lo ammmiravo. Ho sempre espresso la mia ammirazione nei suoi confronti per il gioco che proponeva a Benevento, a Palermo e parlavamo del suo presente e di quello che sarebbe stato il mio futuro. Ha delle idee brillanti di calcio ed è un allenatore unico, innovativo. Il Brighton però non è solo il suo allenatore, hanno anche ottimi calciatori e ne hanno acquistati tanti bravi, mi aspetto una patita complicata e difficile”.

Cinquantesimo soldout dell'era Friedkin, quanta carica vi dà questo? "Ripeto un po' quello che ha detto Mancini (presente in sala stampa con De Rossi, ndr). L'unione delle due cose sarà importante. Penso che per qualsiasi calciatore è molto bello giocare qui, ma penso che anche loro sono abituati a giocare in stadi pieni in Premier, ma credo che qui il calore e la passione potrebbe essere ancora un po' più alto".

Che partita si immagina domani? Quanto vale il nono posto in Premier del Brighton rispetto alla Serie A? "Non è facile fare un paragone tra il loro campioanto e il loro. Sicuramente sono un club emergente, non ha la storia decennale. Credo che Potter abbia creato qualcosa e Roberto stia creando un vero e prorpio marchio riconoscibile nel mondo. Da noi c'è il Bologna quarto e penso che la sua situazione sia qualcosa di simile. Un situazione ripetibile sono se hai un allenatore con grandi idee o una società che può comprare calciatori giovani. A tre o a quattro? Non te lo dico".

Domani la Roma dovrà essere più istintiva o riflessiva? "Mi permetto di dire che tu fai distinzione tra istinto e ragione con squadra difensiva o offensiva. Non ne faccio una correlazione diretta io. Penso che la Roma è una grande squadra che deve rispettare il Brighton e come gioca, ma noi siamo la Roma. Penso che sarà una grande partita. Dobbiamo sapere che loro costringono a giocare a volte nella propria metà campo il Manchester City, il Chelsea, il Liverpool, l'Arsenal. A volte prende delle imbarcate. Ci saranno varie partite all'interno della sfida. Noi dovremmo essere bravi a giocarle e a vincerle entrambe. Dovremmo essere bravi quando avremo palla, e spero il più possibile, sia quando, di fronte a una squadra che lo fa benissimo e lo fa contro giocatori molto forte".

Visto l'attuale quinto posto, la questione del ranking è una motivazione extra? Ne parlate tra di voi? "Noi giochiamo le nostre partite per vincere e passare il turno, magari diamo un occhio diverso alle nostre connazionali per avere il quinto posto. Poi bisogna arrivarci quarti o quinti, ma ci guardiamo il giusto. È un po' come la storiella che si racconta ai bambini di comportarsi bene, per avere un bel regalo a Natale ecco. Guardiamo quest'aspetto come qualcosa in più, noi andiamo sempre in campo per vincere".

Qual è il suo bilancio personale provvisorio? "Con i tre punti in più contro l'Inter, sarebbe perfetto (ride ndr). Non abbiamo fatto niente, ma sono soddisfatto. In questa città i giudizi cambiano velocemente per questo cerco di tenere i ragazzi con la testa dentro Trigoria e fuori da social e giornali. Sono contento per quello che ho creato con loro, non è automatico. Mancini dice che stanno capendo quello che gli chiedo, ma non è soltanto capire, è crederci. Non voglio cose speciali, ma loro credono ciecamente in quello che dico e faccio. Questo mi rende molto felice, poi anche i punti, che non sempre vanno di pari passo".

Le alternanze sulle fasce sono continue. Necessità o scelta tattica? "Oggi valuteremo Karsdorp, vediamo come si sentirà, per sapere se convocarlo o meno. I due terzini sinistri mi fanno impazzire, mi piacciono molto perché sono entrambi di altissimo livello, diversi tra di loro e hanno caratteristiche ottime. A volte scelgo chi è più in forma, a volte in base all'avversario, non c'è una strategia preparata prima. So di poter contare su entrambi e li valuto allenamento dopo allenamento".

Bove può essere sfruttato in altro modo? "Prima di Monza leggevo che con Mourinho aveva una media più di minutaggio in campo, ma con me non ci sono grosse differenze. Nella mia prima partita è stato il migliore in campo, magari sta trovando meno spazio dall'inizio perché ha accanto giocatori eccezionali. Non lo vedo sulla fascia, ma in futuro lo vedo meglio da mediano davanti alla difesa. Tecnicamente è forte, anche più rispetto a come lo si valuta. Deve mettere la sua tecnica all'interno della partita e questa è una cosa che ci arrivi col tempo. Ho iniziato io da pensatore e ho iniziato da centrocampista box-to-box. Ci si arriva col tempo. Come essere umano è il ragazzo da far sposare alle proprie figlie. Non potrei essere più contento di lui. Penso che come percorso, ci sia di essere la prima riserva a centrocampo, non è da vergognarsi. Le cose che gli chiedo di cambiare, c'è questo suo bisogno di migliorare alcune cose. Quando entra dà sempre tutto. Lui deve avere questa testa, è un professionista e un giocatore magnifico. Ci conto alla grande e non più tardi di due settimane fa giocava benissimo e da titolare a Rotterdam".

Quanto pesa la maggiore esperienza nella Roma rispetto al Brighton? Quanta differenza tra Serie A e Premier? "Dovrei conoscere più a fondo la Premier per rispondere con esattezza. L'Italia si sta rilanciando dopo un periodo in cui il campionato inglese sembrava irraggiungibile. Poi quando una squadra non è tanto abituata a giocare in certi palcoscenici può essere un contraccolpo. Ma quando succede ti aggrappi al calcio, alla struttura di squadra che ti dice dove muoverti, a quello che conosci. Loro lo sanno fare bene, quel piccolo gap di esperienza lo colmeranno con il loro gioco. Serve forza ed esperienza da parte nostra, ma non dobbiamo aspettarci che loro si mettano paura dello stadio e allora vinciamo facilmente. Potranno anche emozionarsi, ma sono giocatori che sanno giocare a calcio e sarà una gara dura".

Pensa mai che il suo destino calcistico sia incrociato con la Champions League? "Ho fatto una battuta dopo Torino, dicendo che l'ultima partita di Champions League come Roma c'ero io in campo e da allora a me sembra di aver smesso da 20 anni. Da quel giorno la Roma non ha fatto una partita in Champions ed è inaccettabile, perché la squadra deve stare a quei livelli, nonostante come società ora stia meglio di quando ho smesso. Al di là dei nomi, degli ingaggi, la Roma deve stare lì e fare le stagioni che ha sempre fatto, arrivare agli ottavi, i quarti, una volta siamo arrivati anche non troppo lontani dalla finale, però il mio destino non è incrociato in questa maniera. I calciatori possono lottare per la Champions League con qualsiasi allenatore. Il loro valore è di una squadra che non può arrivare sotto il quarto posto nel campionato italiano".

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