Europa League, Mancini: "Il mister ha portato freschezza, ci mancava serenità..."

Le parole di Gianluca Mancini nella conferenza stampa prepartita contro il Brighton

di FILIPPO MONETTI -
6 marzo 2024
Gianluca Mancini

Gianluca Mancini

Roma 6 marzo 2024 - Tornano le coppe europee e ritornano per la Roma le fatiche continentali. Le urne di Nyon ha decretato che agli ottavi di finale di questa Europa League, i capitolini affronteranno il Brighton di De Zerbi, in quello che non è difficile definire il big match di questo turno della seconda competizione continentale. Nella vigilia della sfida di andata, i protagonisti in giallorosso hanno presentato la sfida e accanto all'allenatore era presente anche Gianluca Mancini: ecco dunque le parole del difensore centrale romanista in conferenza stampa.

Ennesimo pienone dell'Olimpico, quanta carica vi dà lo spettacolo sulle tribune? "Come diciamo sempre: il pubblico è la nostra arma in più, ma in campo andiamo noi e dobbiamo essere noi a trascinarli. Non dobbiamo chiedere nulla a loro. Devono fare quello che fanno tutte le domeniche, siamo contenti di questo, alla fine dei novanta minuti speriamo di farli cantare ancora di più".

Nella tua carriera ti sei dimostrato un giocatore molto duttile, c'è la possibiltà di vederti giocare a destra? "Il fatto di sapere ricoprire più ruoli è un vantaggio penso per me stesso, ma anche per la squadra. Con Fonseca l'ho fatto perché mancava tutto il centrocampo. A oggi, faccio gli scongiuri, siamo in parecchi siamo tanti e siamo tutti forti. Secondo me è giusto così: alza il livello dell'allenamento. Poi sta al mister prendere le sue decisioni, su chi gioca. L'importante è allenarsi forte e andare forte la domenica e il giovedì per la Roma".

Cosa ha portato De Rossi di importante alla Roma? "Il mister ha portato freschezza, perché quando c'è un cambiamento è necessario portare idee nuove, del suo calcio, lui lo ha fatto. Noi calciatori cerchiamo di capire quello che ci chiede, mi sembra che lo stiamo capendo, anche se non abbiamo fatto ancora nulla, perché in due mesi non vinci campionati o competizioni. Ci ha portato ad avere un cambiamento sotto tanti punti di vista. Ogni allenatore ha le proprie idee. Una cosa che ha portato secondo me è un po' anche la serenità che ci poteva mancare, ma non per mister Mourinho, ma perché i risultati non stavano andando bene. Quindi ha lavorato inizialmente sulla nostra testa e quando l'ha messa a posto, ci ha dato le sue idee e da lì siamo partiti".

Come hai vissuto il passaggio alla difesa a 4? "Mi sono trovato bene, perché come ho detto più volte i nostri compagni e io abbiamo giocato a quattro. Siamo abituati a entrambe le soluzioni. Come ho detto prima è importante capire e credere in quello che ti dice l'allenatore e cercare di assimilare in fretta quello che ti chiede. Non è la difesa a quattro che ti ha portato a vincere 6 partite su 7, ma è un insieme di cose. A volte non domini e vinci, a volte domini e porti a casa 0 punti. Il calcio è particolare, l'importante è che tutti i giocatori tirano dritti verso un obiettivo".

Come stai con la pubalgia? "La portavo avanti da tempo. Sapete benissimo il periodo passato tre-quattro mesi fa, in cui non avevamo difensori disponibili. Ho dovuto stringere i tempi, ma non voglio passare da eroe, ho giocato perché ne avevo la possibilità, se fossi stato peggio, sarei rimasto fuori. Quando è arrivato il mister ho preso il giallo a Milano e ho avuto la possibilità di stare fermo 10-12 giorni e con un percorso di cure e palestra sono arrivato a un punto in cui non sento più il dolore".

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