Mourinho cacciato, Roma città spaccata. Al suo posto De Rossi aspettando un big

La proprietà americana dei giallorossi ha anticipato i tempi e ieri ha cambiato l’allenatore: fino a giugno tocca all’ex Capitan Futuro

di PAOLO FRANCI
17 gennaio 2024

Mourinho cacciato, Roma città spaccata. Al suo posto De Rossi aspettando un big

Cacciato. Esonerato come uno qualsiasi, ma non senza un perché. Cacciato da Roma, separato dalla sua gente, da una città che lo ama e lo ha amato ben oltre la logica, i risultati, gli obiettivi, pur con una spaccatura sempre più profonda tra mourinhisti professionisti e figli della Lupa e dei risultati. Cacciato in una umida mattinata romana, mentre il sole tentava di infilarsi tra i nuvoloni grigi e tutti erano convinti che, sì, dai, vedrai che Mou si riprende contro Verona e Salernitana. Ma ti pare che lo cacciano? Se non ci tira fuori lui dai guai chi potrà farlo? Un salto in avanti: sarà Daniele De Rossi a provarci, bandiera delle bandiete romaniste. Capitano. DDR per tutti e si sa che nel calcio quando diventi acronimo accarezzi l’Olimpo.

Sono da poco passate le 9 quando esplode la bomba. La proprietà americana, Dan e Ryan Friedkin, ringrazia "José per la passione e per l’impegno", subito dopo averglielo comunicato personalmente: "Ci separiamo Josè" per il motivo più vecchio del mondo, i risultati, ma non solo. I Friedkin sono pragmatici: se paghiamo il terzo monte ingaggi del campionato non possiamo stare lì in classifica, dietro a chi spende molto meno. Nona in classifica, la Roma – qualcuno ha definito malignamente Josè Mourinho lo ’Special Ninth’ – sconfitta ancora nel derby ed eliminata dalla Coppa, incapace di vincere a mani basse un girone di Europa League che doveva - appunto - vincere a mani basse invece di ritrovarsi ai playoff col Feyenoord. La Roma brutta, slegata, sconfitta a Bologna e Torino e poi nel derby e a Milano. La Roma che gioca male e non fa più risultato. I Friedkin hanno mal digerito la continua ricerca di alibi: dall’organico ritenuto insufficiente, ai troppi ’rossi’, agli attacchi agli arbitri, fino a quel modo di gestire i giocatori.

Esempio: perché ribadire ogni volta che "c’è una Roma con Dybala e una senza"? E’ vero, ma perché ripeterlo di continuo riducendo i suoi compagni a comprimari, invece di motivarli? E poi, troppe volte ha scaricato le responsabilità sulla squadra, arrampicandosi nella torre di avorio, da ultimo dopo il derby.

Motivi che hanno portato la proprietà a credere che il rapporto con lo spogliatoio - fedelissimi a parte, da Mancini a Paredes e Cristante e chissà se ancora Rui Patricio dopo la panchina di Milano - magari non fosse più così idilliaco. Ha vinto una Conference riportando un trofeo a Roma dopo una vita. Avrebbe vinto un’Europa League se non ci fosse stato un arbitro inquietante, Taylor, nella finale col Siviglia. Ha avuto il torto di accettare una rosa che via via si è indebolita, vendendo o lasciando partire pezzi importanti – Dzeko, Matic, Mkhitaryan, Ibanez – sostituiti con i loro rincalzi. Ha creduto che gli scarti delle big – Renato Sanches, Aouar, lo stesso Paredes – potessero essere più di una suggestione estiva. Quando le cose sono andate male, anche tatticamente non ha cambiato nulla.

Adesso c’è De Rossi che ha già diretto il primo allenamento mentre i bookmaker rimettono tiepidamente la Roma in corsa per una piazza Champions, come Planetwin365 a quota 5,00. DDR mossa furba degli americani per incassare il sostegno della gente e limitare la protesta. De Rossi dice: "emozione indescrivibile", mentre il parterre degli increduli è da posti in piedi. L’ex premier Conte, tifoso della Roma si dice "sinceramente dispiaciuto", il ministro Abodi: "C’erano segnali in questo senso". Il capogruppo FI al Senato Gasparri: "Mi spiace, Mou è un condottiero". Il presidente del Senato La Russa, che pure è interista: "Non poteva fare di più". Incredula la tribuna degli attori-vip romanisti, Banfi, Gassmann, Ghini, Amendola, Liorni, Pingitore, "frastornati e dispiaciuti".

Continua a leggere tutte le notizie di sport su