Roma, De Rossi: "Stiamo diventando una famiglia. Stimo Palladino, si merita tutto"

Le parole del tecnico giallorosso in conferenza stampa alla viglia della sfida di campionato contro il Monza

di FILIPPO MONETTI -
1 marzo 2024
Daniele De Rossi

Daniele De Rossi

Roma, 1 marzo 2024 – Vigilia di campionato per la Roma, prima fermata di una settimana che vedrà i giallorossi debuttare negli ottavi di Europa League contro il Brighton. Prima di poter pensare al Brighton è però necessario superare il Monza di Palladino, squadra lanciatissima sulla zona europea e a caccia di un risultato positivo che potrebbe insidiare le big davanti a lei. Per presentare questa sfida molto complicata, si è presentato in sala stampa di fronte ai cronisti Daniele De Rossi. Ecco le parole dell'allenatore romanista.

Come sta la squadra e quali recuperi ci sono? E soprattutto è la prima sfida di tre in sette giorni, come gesitrà le energie di Dybala?

"Stanno tutti bene a parte Rick Karsdorp che ha un fastidio al ginocchio. Niente di grave, ma ha bisogno di una gestione un po' più lunga. Oltre a lui ovviamente anche Abraham. Per quanto riguarda la gestione è piuttosto semplice quando hai tanti giocatori bravi. Fai la squadra più forte per vincere e sai che se qualcuno sarà stanco lo cambierai senza abbassare il livello della squadra. Metteremo in campo la squadra per vincere. Dybala sta bene, non so quante volte abbia fatto 110 minuti e subito dopo 90. Dobbiamo essere contenti della sua condizione e in generale direi che ha una buona condizione psicofisica. È contento e quando fai gol, giochi bene, anche se hai qualche acciacco, lo senti meno. Sono soddisfatto di lui e di tutti gli altri recuperi".

Tu e Palladino avete una striscia simile, come se lo aspetta?

"Nelle ultime partite hanno cambiato schema, ottenendo buoni risultati. Qualche dubbio su di loro ce lo abbiamo. Dobbiamo preparare più di una partita possibile, capace di creare gioco in ogni modo. Sappiamo di incontrare una squadra. Hanno un allenatore che io stimo molto, ci siamo anche sentiti qualche giorno fa, abbiamo iniziato il corso da allenatori insieme. Per lui sono contento, è un ottimo allenatore, si merita questo e sta gestendo l'occasione al Monza in modo brillante. Il futuro è dalla sua parte e noi domani proveremo a batterlo".

Con il ritorno di Sanches hai usato praticamente tutti, questo modo di coinvolgere tutti credi renda la Roma più famiglia di ieri?

"Non cerco necessariamente di fare qualcosa di diverso dal passato. Cerco di gestire come ho fatto alla Spal, dove però i risultati erano meno positivi. Non sento di fare in modo diverso da quando ero un capitano o un senatore che aiutava i più giovani. Ci sono ruoli, responsabilità e scelte diverse. Quando sei capitano sei amico di tutti, da allenatore sei amico ma poi 12 li mandi in panchina, qualcuno ti guarderà sicuramente storto. Se non siamo ancora una famiglia siamo nella direzione per diventarlo. Se si sta bene si viene e si resta più a lungo. Per me i calciatori devono essere felici di andare al campo e fare un lavoro mentalmente e fisicamente perfetto. È un lavoro faticoso ma stiamo bene e loro devono sapere che avranno un allenatore e uno staff che farà altrettanto".

Dybala si esprime meglio nel 3-5-2? Su Lukaku invece è stato messo in discussione e ha risposto bene, com'è la sua condizione?

"Ha fatto un gol su rigore, uno da trenta metri e uno in inserimento con scambio rapido. Non c'è niente di tattico che lo abbia esaltato. Se analizziamo i gol, sono situazioni che succederebbero anche nel 5-5-0, il cambio modulo per me è solo una casualità. Su Lukaku posso dire che tutti sono in discussione io e Dybala compresi Le scelte derivano dal rendimento o dalla condizione. La sua condizione è da stella, che corre come un forsennato e lotta sempre. Il suo comportamento è stato peretto e questo rende felice tutti, è un calciatore che tutti vorrebbero. Non vedo musi lunghi, è il loro lavoro. In questo spogliatoio non vedo nessuno fare il fenomeno, vanno tutti forte in allenamento e in campo ancora di più. Da questo punto di vista Romelu è un giocatore perfetto".

Intorno a lei sembra aver creato una bolla, mentre intorno ci sono lavori in corso. Percepisce aria di smobilitazione? "Personalemtne non la percepisco. La società ci mette a disposizione tutta la serenità di cui stiamo godendo e i risultati ci danno un'ulteriore mano. Noi siamo un'ala assestante rispetto a quello che succede sopra e sotto di noi. Non sono insensibile a quello che può succedere, ma la mia società è a disposizione mia in tutto e per tutto. Dan e Ryan (Friedkin) idem, non posso lamentarmi di nulla. So che ci sono tanti cambiamenti, come in tutte le società, perché alcuni ruoli sono scoperti, ma io mi concentro sui risultati. Per il resto non è il mio compito. Posso solo concentrarmi sul campo, a me l'atmosfera mi sembra positiva, per me non sta succedendo nulla di diverso che non succede in altri club".

La fase di rodaggio di Smalling è completato?

"Sta finendo, ma magari è solo una premura esagerata mia. Magari se avesse giocato a quattro avrebbe fatto anche meglio, ma volevo che in campo si abituasse allo stress della partita, che è diverso. La mia idea era mettergli due cani da guardia ai lati per limitare il suo raggio d'azione. Ma se lo mandiamo in campo è perché sta bene. In futuro sarà un giocatore molto importante per noi a prescindere dallo schieramento in cui verrà utilizzato".

Aveva detto che Paredes doveva migliorare sulla fase di non possesso, come sta andando adesso?

"Sta migliorando ciò che gli chiedo, sul possesso palla, con o senza il pallone tra i piedi, vorrei facesse qualcosa di diverso e lui sta lavorando in quel senso. Calcisticamente è intelligentissimo, ma a volte troppo istintivo. Sicuramente è bello il centrocampista deve fare cose visibili, ma anche meno così da permettere anche ai compagni di aiutare. Non bisogna essere irruenti o avere fretta, temporeggiare è fondamentale, lui lo sta capendo e facendo alla grande. Poi ha il calcio in testa, mi piace come interpreta al ruolo, sono piccole sfumature diverse, ma ai centrocampisti centrali mi sento di dare qualche consiglio in più".

Hai 5 centrali per 2 posti, di cui almeno 4 si sentono titolari. In queste rotazioni, ci può essere una Roma con due centrali più un 3 e mezzo?

"Ti assicuro che tutti si sentono titolari (scherza, ndr). Sì potrebbe essere un'opzione. Mancini, come Paredes, ha il calcio in testa. Sa fare un po' tutto e lo fa bene, sono contentissimo di lui. Deve essere però un discorso più tattico, che di scelta primaria. Abbiamo un reparto a destra molto forte. Magari l'ideale sarebbe avere un'ala pura davanti a lui, noi lì abbiamo più trequartisti. Dall'altra parte con Stephan è più fattibile. Sono però soluzioni eventualmente da scegliere partita per partita. Guardiola ha giocato tante partite così, quindi perché no, dipende dalla strategia di gara".

Il Monza ha messo in difficoltà tutti, come ci si comporta contro una squadra con molta gamba?

"Ha messo in difficoltà tutti: la Roma all'andata, ora il Milan. Sanno giocare a calcio, sono meno aggressivi di Atalanta e Torino e stiamo immaginando come imposteranno la pressione su di noi. Per qunato riguarda i cross: è importante la marcatura in area e la gestione del tentativo. Su Zapata, poteva essere evitato il cross in quanto l'attaccante era ben marcato e gli vanno fatti complimenti. Serviva sostegno maggiore ad Angeliño su Bellanova per non far partire il cross. Ci lavoraremo, poi è chiaro che i cross li subiremo sempre come è normale nel calcio".

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