Chi è Stephane Omeonga: gli esordi ad Avellino, la A col Genoa, il ritorno a Pescara

Il calciatore belga ha un forte legame con l’Italia. Per lui anche l’esperienza nella massima serie scozzese con l’Hibernian e nel Livingston

di Redazione Sport
1 gennaio 2025

Roma, 1 gennaio – Un talento giramondo, Stephane Omeonga. Il 27enne centrocampista belga al centro del caso sul volo Roma-Tel Aviv del 25 dicembre – il giocatore ha raccontato di essere stato ‘brutalizzato dalla polizia perché nero’ prima del decollo, portato a forza fuori dal velivolo e poi ammanettato e lasciato solo per ore in aeroporto a Fiumicino – è cresciuto calcisticamente nel Flemalle, per poi passare alle giovanili dello Standard Liegi e quindi dell’Anderlecht. Otto le presenze nell’Under 21 belga.

Stephane Omeonga, sulla destra, ai tempi del Genoa
Stephane Omeonga, sulla destra, ai tempi del Genoa

Le sue qualità non sono passate inosservate: è un centrocampista molto duttile e di buona visione, è in grado di giocare davanti alla difesa ma anche come mezz’ala. Gli esordi nel calcio professionistico sono stati nella stagione 2016-2017 ad Avellino, in serie B. Trenta le presenze in quella stagione in Cadetteria, ad appena venti anni, dopo essere stato acquistato a titolo definitivo dal club irpino. Nella stagione successiva, un altro salto importante. Viene infatti preso dal Genoa e debutta nella massima serie, sotto la guida prima di Juric, e poi di Ballardini. Omeonga colleziona 21 presenze in campionato. Ma poi sono appena tre nel girone di andata della stagione successiva con il Grifone, e allora a gennaio 2019 Stephane va in prestito all’Hibernian, in Scozia. In estate passa, ancora in prestito, al Cercle Bruges: una parentesi non indimenticabile, così ritorna all’Hibernian. Nel 2020-2021, il ritorno in Italia, in B col Pescara. Una stagione sofferta, con tre tecnici che si succederanno in panchina – Oddo, Breda e Grassadonia – e la retrocessione finale in C. Omeonga, in estate, torna in Scozia, stavolta al Livingston, sempre nella massima serie. Qui rimane per due stagioni, ritrovando campo e continuità. Nell'estate scorsa, l’opportunità di andare allo Bnei Sakhnin, nella seconda serie israeliana.  Un club noto per avere nelle sue file sia calciatori ebrei che arabo-israeliani.

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