Var, è una bufera permanente. Errori e caos regole: svolta mancata
La polemica dopo Inter-Verona solo l’ultima di una lunga serie, alla settima stagione sviste non giustificabili
Il falò di Capodanno non ha incenerito e messo alle spalle le polemiche da Var, proprio no. Sabato a San Siro, l’ennesimo e sicuramente non ultimo episodio arbitrale in grado di alimentare le dispute e inasprire il dibattito sulla perfetta imperfezione dell’assistente video. E vale solo come parziale riabilitazione il contributo che poi dalla sala degli schermi si è dato al direttore di gara che non aveva visto un fallo da rigore.
Riavvolgiamo il nastro. Minuto 93 di Inter-Verona: Bastoni, proiettatosi in avanti alla ricerca del pari che poi arriverà di lì a pochi secondi per merito di Frattesi, si disinteressa del pallone e colpisce con un braccio il gialloblù Duda. Nè il fischietto ravennate Fabbri, né soprattutto il Var Nasca hanno nulla da ridire ed è 1-1. Sei minuti più tardi, con l’on field review, solo dopo il richiamo dalla sala video, viene giustamente assegnato all’Hellas il rigore (poi sbagliato da Henry) per la pedata di Darmian su Magnani, evidente alla moviola, ma obiettivamente difficile da cogliere ’live’ nella concitazione del finale di gara.
Comprensibile la furia degli scaligeri, ma è poi solo un altro remake della rabbia da video che serve a intermittenza. E l’Inter in fuga tira un altro sospiro di sollievo, otto giorni dopo aver beneficiato anche della svista di Genova (arbitro Doveri, Var Irrati), quando non fu ravvisata l’evidente spinta di Bisseck su Strootman poco prima della rete di Arnautovic.
Nasca ripartirà dalla B: il designatore Rocchi non può fare altro che retrocederlo, momentaneamente, tenendo anche conto del suo precedente errore da Avar in Bologna-Juve, quando non fu ravvisato l’evidentissimo fallo di Iling Junior su Ndoye. Per Fabbri, invece, probabile una normale turnazione e non no stop & go.
Provvedimenti a parte, c’è da rimanere piuttosto sconcertati dalla frenata, in termini di efficacia, dell’apparato che nei desideri di tutti doveva gioiosamente mandare al macero sviste, imprecisioni, dubbie interpretazioni in nome della potenza di fuoco di telecamere e moviola.
E invece, siamo all’opposto: la discrezionalità la fa da padrona anche quando le stesse immagini sembrano consegnare un riscontro oggettivo, il meccanismo di dialogo fra arbitro e assistente è poi quanto di più vago e aleatorio si potesse immaginare. Sempre nella giornata andata in archivio, emblematico il 2-0 del Sassuolo alla Fiorentina (arbitro Abisso, Var Marini) annullato con tanto di controllo a video del direttore per un fuorigioco di Matheus Henrique dai tratti totalmente misteriosi.
Siamo alla settima stagione di Var in A e lo ’strumento’ pare ancora sperimentale, provvisorio, mai troppo affidabile. Sensibile, la distanza fra le aspettative e la realtà nonostante i tanti investimenti in uomini e risorse.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su