Almeida, Thomas, Roglic: è un Giro per tre

Il portoghese vince in salita, il britannico prende la maglia rosa, lo sloveno regge in vista della crono

di ANGELO COSTA
24 maggio 2023

di Angelo Costa

Dalla prima vera tappa di montagna, il Giro esce con una sentenza: salvo sorprese extra, come cadute e covid, il podio di Roma è già assegnato. Da qui a domenica restano solo da decidere le gerarchie, sempre in salita. A giocarsi la corsa sono in tre e non è una sorpresa, nè sorprende che sul Bondone siano proprio loro a contendersi la tappa: se la guadagna il meno reclamizzato di tutti, Joao Almeida, a braccetto con Thomas, che ritorna in rosa, mentre Roglic concede ai rivali 25 secondi, un’inezia. Primi tre della classifica in mezzo minuto: imboccando la settimana chiave, il Giro è tutto qui.

Bella tappa, stupenda se confrontata a quelle viste finora, non memorabile o epica come tante del passato: più semplicemente, utile a capire qualcosa in una corsa fin qui assente. A spiegare tanto è Joao Almeida, sorpresa solo per chi pensava che in questo Giro ci fossero solo Evenepoel e Roglic: per lui parla la storia in questa corsa, perché a 24 anni conta già quindici giorni in rosa, un quarto e sesto posto finali e un ritiro per covid nel momento chiave. Gli mancava solo di vincere una tappa: completa l’opera sul Bondone, andandosene per primo a sei chilometri dalla vetta e facendo il finale insieme a Thomas, che lo raggiunge quando si accorge che Roglic non sembra più pimpante come a inizio salita. "Realizzo un sogno, amo questa corsa da quando la guardavo in tv. Pogacar mi ha detto di attaccare per andare in rosa: gli ho risposto che io non ho le sue gambe… Il podio a Roma? Mi va bene, sul primo gradino è meglio", racconta Almeida, scambiandosi i complimenti con Thomas per l’ottimo lavoro fatto con Roglic.

Sulle difficoltà dello sloveno, che ha in tasca il jolly della cronoscalata finale, si capirà meglio da domani in poi, ritrovando le salite: da capire se abbia sofferto il ritmo della Uae di Almeida o le conseguenze della caduta di Genova, fatale a Geoghegan Hart, che gli ha lasciato una ferita ricucita. Di qui a parlare di disfatta, ce ne passa. Tre facce per il Giro, tre anche le tappe della Uae, che ha l’aria di esser la compagnia più solida, ora che Thomas ha perso un’altra pedina (Sivakov, caduto). Tre anche i minuti di ritardo di Caruso, in difficoltà sotto i primi colpi dei tre tenori: per trovar posto su un podio già disegnato dovrà fare gli straordinari.

Ordine d’arrivo 16ª tappa Sabbia Chiese-Monte Bondone: 1) Joao Almeida (Por, Uae) km 203 in 5h 53’27’’ (media 34,46), 2) Thomas (Gbr) st, 3) Roglic (Slo) a 25’’, 4) Dunbar (Irl) st, 5) Kuss (Usa) a 1’03’’, 6) Van Wilder (Bel) a 1’16’’, 7) Caruso st, 14) Leknessund (Nor) a 2’42’’.

La classifica: 1) Geraint Thomas (Gbr, Ineos) in 67h 32’35’’, 2) Almeida (Por) a 18’’, 3) Roglic (Slo) a 29’’, 4) Caruso a 2’50’’, 5) Dunbar (Irl) a 3’03’’, 6) Kamna (Ger) a 3’20’’, 7) Armirail (Fra) a 3’22’’, 8) Leknessund (Nor) a 3’30’’.

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