Ciclismo, dal 4 al 10 marzo la corsa dei due mari: il via da Camaiore con una crono che chiama Ganna. Tirreno-Adriatico, big alla prova per decollare

La Tirreno-Adriatico offre un percorso per tutti i specialista, con una cronometro, tre tappe per velocisti e due per attaccanti. Un cast di alto livello, con grandi firme straniere, si sfiderà per vincere una delle più nobili brevi corse a tappe. L'ultimo italiano a vincere è stato Nibali nel 2013.

di ANGELO COSTA -
22 dicembre 2023
Tirreno-Adriatico, big alla prova per decollare

Tirreno-Adriatico, big alla prova per decollare

Una crono e un arrivo in salita, tre tappe per velocisti e due per attaccanti. Ce ne sarà per tutti alla Tirreno-Adriatico, che dal 4 al 10 marzo si proporrà come il migliore dei test per chi punta alle classiche, iniziando dalla Sanremo, e per chi guarda più avanti, ai grandi giri.

Pogacar a parte, il rischio di avere una partecipazione top, come da molti anni in qua, è alto: dall’ultimo vincitore Roglic (nella foto) all’iridato Van der Poel, da Van Aert ai velocisti Philipsen e Jakobsen fino ai nostri Ganna e Ciccone, non è azzardato scommettere su un cast che rende quella fra i due mari la più nobile delle brevi corse a tappe.

Menu tradizionale, anche come partenza e arrivo: si va da Camaiore, che da un decennio ospita le prime due giornate, a San Benedetto del Tronto, dove il gran finale si celebra da sempre. Fra Toscana e Marche c’è un viaggio di 1115 chilometri che tocca pure Umbria e Abruzzo, aperto dalla piattissima crono di 10 chilometri in Versilia che chiama Pippo Ganna, vincitore su questo tracciato nelle ultime due edizioni.

A seguire la Camaiore-Follonica, la Volterra-Gualdo Tadino, le nervose Arrone-Giulianova e Torricella Sicura-Valle Castellana, la Sassoferrato-Cagli che nel finale si arrampica sul monte Petrano e infine la frazione che parte e arriva a San Benedetto del Tronto con una prima parte insidiosa.

"E’ un percorso che offre possibilità a ogni specialista, ma alla fine premierà un corridore completo", l’analisi del direttore di corsa Stefano Allocchio, presentando una prova che nell’ultimo decennio ha visto imporsi grandi firme straniere, con le doppiette di Pogacar, Roglic e di Quintana che proprio ieri ha annunciato il suo ritorno al Giro. Fra i due mari un italiano che festeggia non si vede dal 2013: l’ultimo è stato Nibali e sembra già preistoria.

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