Ganna, l’ora delle lacrime: di gioia. Ritorno al successo dopo nove mesi. Pogacar secondo punta il tappone

Pippo vola a 53 di media nella crono fino a Desenzano e si commuove per un successo che mancava da tanto. Oggi l’arrivo in quota a Livigno dopo l’esame Mortirolo: la maglia rosa può regalare l’ennesima impresa.

di ANGELO COSTA -
19 maggio 2024
Ritorno al successo dopo nove mesi. Pogacar secondo punta il tappone

Ritorno al successo dopo nove mesi. Pogacar secondo punta il tappone

Dopo Milan, Pippo Ganna: a regalare sorrisi all’Italia del Giro sono gli olimpionici del quartetto. Al tris dell’amico velocista, Superpippo si aggrega con la specialità della casa, la crono: sul Garda torna a vincerne una dopo nove mesi (l’ultima alla Vuelta nello scorso settembre). Più lungo il digiuno che interrompe al Giro, tre anni: due tappe contro il tempo gliele ha negate lo scorso anno Evenepoel, una quest’anno Pogacar. Due fenomeni, per intenderci.

Bentornato Ganna, signore del tempo che prima di festeggiare deve soffrire almeno metà crono: è il tratto della tappa in cui Pogacar corre sugli stessi tempi del granatiere azzurro. Poi la pianura, più adatta agli specialisti puri, ristabilisce distanze e gerarchie. E’ comunque il risultato giusto per dare ancor più valore all’impresa di Ganna e per ribadire che razza di extraterrestre sia lo sloveno quando sguinzaglia il suo talento.

Finalmente Ganna, unico a viaggiare a oltre 53 orari fra filari e lago: è il suo modo per ritrovare quel successo che gli mancava tanto. Lo spiega bene con le lacrime, prima ancora che con le parole: veder scoppiare a piangere un gigante che ha vinto sette tappe al Giro, due mondiali a crono, più tutto quel che poteva fare in pista (6 titoli nell’inseguimento, l’oro olimpico del quartetto e il record dell’ora) è un’emozione pari a quella che prova lui nel tornar vincente.

"Mi mancava la vittoria, al Giro e in generale. Bisogna sempre trovare le energie dentro noi stessi, soprattutto se devi battere un grande campione come Pogacar, che anche oggi ha dato spettacolo. Ringrazio il pubblico, mi ha dato la spinta in più, c’erano tante scritte sulla strada per me", le parole di Ganna, che non manca di rinnovare un appello già lanciato sui social: "Facciamo un mestiere difficile, cadere è un attimo: godetevi il passaggio degli atleti e la loro fatica senza ricorrere ai cellulari, perchè sporgersi per fare un selfie può metterci in pericolo".

A questo Ganna formato maxi resta vicino solo Pogacar, unico a infilarsi nel campionato sociale Ineos, che ne piazza tre nei primi quattro. Non vince la tappa, ma stravince ancora sulla concorrenza: a Geraint Thomas e al suo rapporto mastodontico (66 la moltiplica più grande) rifila 45 secondi, gli altri a seguire. Lo fa con un ritmo indiavolato che non gli cambia l’espressione in volto, perché ha la faccia di uno che va a spasso sul lago, pensando all’indomani.

Di correre nel presente guardando al futuro lo conferma anche Pogacar: "La prima parte vallonata del percorso me la sono goduta perchè adatta a me, dopo non lo è più stata e ho cercato di non ammazzarmi, ma di risparmiarmi un po’ in vista del tappone che ci aspetta". Dice bene, tappone, con cinque colli compreso il Mortirolo e un finale durissimo sul Mottolino: è lì che il fenomeno sloveno può abbassare definitivamente la saracinesca. "Non so neanch’io cosa aspettarmi, però sto bene e ho un buon vantaggio. Corsa d’attacco? Vedremo", è la risposta ormai abituale. Quella che il più delle volte annuncia una sua grande giornata.

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